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giovedì 30 settembre 2010

In Italia sarebbe possibile un primo ministro non credente dichiarato?

Negli Stati più evoluti d'Europa come Inghilterra, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Spagna e Paesi nordici non solo è possibile ma avviene, nei Paesi più arretrati come Italia, Grecia, Irlanda e Polonia, assolutamente no.

Nella recente visita di Benedetto XVI, il premier David Cameron e il vice Nick Clegg, hanno salutato il papa con cordiali strette di mano. Da pari a pari. I nostri politici, al loro posto, si sarebbero prostrati in ginocchio slinguazzando l'anello papale, da perfetti sudditi.

Clegg, il vice primo ministro, in campagna elettorale si è apertamente definito ateo, anche se convive felicemente con una moglie cattolica. Nessun inglese ha considerato importante il credo religioso dei suoi governanti, vuole soltanto che questo non influisca sul modo di governare.

In Italia nessun uomo politico importante è non cattolico. Da noi i parlamentari non cattolici, cui è implicitamente precluso ogni incarico di governo, sono tre ebrei, due protestanti, e una musulmana. Sono solo rappresentativi.

Nessuno è dichiaratamente ateo tra in nostri onorevoli, all'infuori forse di qualche radicale, tollerato come un lebbroso. Quasi tutti si dichiarano fedeli sudditi di sua santità, pronti ad assecondarne ogni comando.

Nel passato governo Prodi, il ministro dell’Economia Padoa Schioppa, per aver segnalato che esisteva il problema dell’iniqua esenzione dell'Ici alla Chiesa, su segnalazioner dell'Ue, è stato additato, come un reprobo miscredente.

Se però andiamo a indagare sulla vita privata di molti politici che si sbracano per il papa, troviamo che sono tutto fuorché cattolici e sono in maggioranza esclusi dai sacramenti. La Chiesa lo sa bene ma non gliene frega niente. Anzi, la loro condotta poco esemplare è quasi un vantaggio per essa perché così può meglio ricattarli.

Alla Chiesa interessa solo il potere, le laute prebende governative e l'imposizione a tutti, cattolici e non, dei suoi principi, che essa dichiara non negoziabili, ma che in realtà negano i diritti civili sanciti dalla nostra Costituzione ed impongono leggi liberticide in ogni settore come quella della nutrizione e idratazione forzate, che sta tornando in discussione in questi giorni al Parlamento. In altre parole, restaurare il medioevo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)