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martedì 19 ottobre 2010

Benedetto XVI e Mahmoud Ahmadinejad uniti nella santa alleanza teocratica contro le libertà democratiche.

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha scritto una lettera a Benedetto XVI, cui ha proposto «una collaborazione fra religioni divine» per fermare «il secolarismo e la crescente tendenza dell'uomo a concentrarsi solo sulla vita materiale».

Il presidente iraniano è preoccupato «della mancanza di riguardo dell'umanità per gli insegnamenti delle religioni e invita tutti i credenti a combattere per «instaurare la giustizia, sradicare l'oppressione e sconfiggere le pratiche discriminatorie», offrendo al Papa la disponibilità dell'Iran a creare un «cambiamento nell'attuale ordine mondiale».

È stupefacente che il capo di una nazione teocratica musulmana il cui testo sacro “Il Corano” scrive: “Sgozza gli infedeli ovunque li trovi” (2:191); “Uccidi gli ebre i e i cristiani, se non si convertono all'islam o se rifiutano di pagare la tassa jizya [tassa dell'umiliazione]” (9,29); “Gli ebrei ed i cristiani sono pervertiti; combattili “(9:30), e altre perle consimili, e che nel suo Paese applica sistematicamente l'ingiustizia, l'oppressione e la discriminazione (religiosa e sessuale) in nome del suo dio buono e misericordioso, si rivolga al “pervertito” (secondo il Corano) capo della cristianità cattolica per una santa alleanza contro i liberi pensatori, cioè tutti coloro che difendono le libertà democratiche, che combattono ogni discriminazione e ogni intolleranza.

Ma purtroppo è così. E il papa di fronte alla proposta di una simile alleanza come ha reagito? Non si è limitato a "ricevere il vicepresidente iraniano" latore della missiva ma lo ha ringraziato.

Insomma, la lettera del dittatorello iraniano sembra aver trovato orecchie sensibili in Vaticano. Traducendo la vicenda in soldoni, appare chiaro che i due più feroci e criminali sistemi di potere religioso nel mondo (cristianesimo e islam), negatori assoluti di ogni libertà, dopo essersi combattuti con inaudita ferocia nel passato (vedi le Crociate) ed essere tuttora responsabili delle massime tensioni mondiali, prima di scontrarsi fra loro per il dominio assoluto sul pianeta, tendono ad unire le loro forze contro la libertà di pensiero tutelata dalla laicità delle istituzioni democratiche dell'Occidente.

La loro più urgente esigenza, di fronte alla secolarizzazione sempre più dilagante e inarrestabile, è quella non solo di mettere definitivamente a tacere chi si ostina a rivelare all'umanità che le religioni sono false e oppressive nonché la causa principale delle intolleranze, dei conflitti e delle inimicizie tra i popoli, ma anche di spingere i poteri politici a contrastare, con leggi liberticide, tutte le forme attuali di libertà, creando, come dice Ahmadinejad un «cambiamento nell'attuale ordine mondiale».

Ovviamente, un cambiamento antidemocratico e quindi teocratico. L’appello di Ahmadinejad a Ratzinger va proprio in questa direzione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)