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venerdì 15 ottobre 2010

Negli Usa il primo test con le cellule staminali

Entrerà nella storia il Paziente Zero ricoverato presso lo Sheperd Center di Atlanta, nello stato della Georgia. Si tratta del primo uomo al mondo curato con le cellule staminali embrionali. Meno di due settimane fa un grave incidente alla spina dorsale gli aveva distrutto la vita, paralizzando le sue gambe. Ma adesso l'uomo spera nel miracolo.

Le staminali sono il futuro della scienza. Se l'esperimento riuscirà si aprirà un'epoca radiosa per molti malati finora incurabili. Oggi la spina dorsale, domani il Parkinson, l'Alzheimer, il diabete e le malattie del cuore. Ma, praticamente, tutto il corpo umano potrebbe essere curato con queste cellule che "a comando" possono svilupparsi in meccanismi riparatrici multiuso.

C'è però l'incognita del successo di questo nuovo trattamento e di possibili implicazioni. Ma c'è soprattutto il problema etico determinato dal fatto che l'utilizzo delle staminali embrionali prevede la distruzione di embrioni: cioè di potenziali vite umane.

La Chiesa Cattolica è drasticamente contraria a questi esperimenti da essa paragonati a dei veri assassini. Ma a questo proposito dall'Harvard Stem Cell Institute arriva l'annuncio che i ricercatori avrebbero trovato "un nuovo, più sano e più etico modo di riprogrammare cellule della pelle in cellule staminali".

Sarebbe una scoperta di una portata enorme perché eliminerebbe ogni impedimento etico e metterebbe a disposizione un numero illimitato di cellule. Quelle embrionali, infatti, vengono prelevate dagli embrioni non utilizzati che non sono numerosi.

L'eliminazione di embrioni è tuttora un tema delicato, come abbiamo visto dalle polemiche degli ultimi giorni sul premio Nobel a Edwards, accusato dalla Chiesa di essere non un benefattore dell'umanità ma un pluri assassino.

La Geron, la compagnia privata che da anni lavora con le cellule impiantate e che gestisce l'esperimento, ha mostrato di non tenere in alcun conto le attuali polemiche religiose e politiche.

Il suo fondatore Thomas Orkama oggi esulta e ricorda che quando nel 1999 cominciò a lavorare sulle staminali "molti predissero che ci sarebbero voluti decenni prima che la terapia potesse essere sperimentata sull'uomo. Invece oggi ci siamo arrivati”.

Se al Paziente Zero verrà ricostruita la guaina dei nervi lesionata dall'incidente, dovremo gridare al miracolo e allora tutte le polemiche cesseranno all'istante e un futuro radioso si aprirà per la medicina.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)