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domenica 31 ottobre 2010

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 42^ Puntata

La notizia del ritrovamento di quel documento importantissimo si sparse immediatamente in tutto l'edificio e lo riempì d'intensi brusii, mentre prima, a causa del profondo silenzio che vi regnava all'interno, sembrava quasi disabitato. Si avvertiva dovunque una profonda gioia e una commozione diffusa, che investiva tutti i membri della comunità.

Giuda e Davide furono introdotti in una stanza vicina, molto più ampia e tutta rivestita di scaffali sui quali erano allineati centinaia di rotoli dagli aspetti diversi, alcuni dei quali mostravano una forte usura a causa del loro eccessivo uso, e vennero fatti sedere con gran rispetto, in attesa che fosse loro preparato un bagno ristoratore.

Due copisti già si erano messi al lavoro per un'immediata trascrizione, ritenuta d'importanza fondamentale, di quell'antico testo ritrovato. Erano impazienti di averne molte copie a disposizione e di inviarne alcune alle altre comunità essene, per metterle al più presto al corrente della sconvolgente scoperta.

Mentre Davide osservava con attenzione tutto quanto avveniva intorno a sé, ecco entrare nella stanza, richiamato forse dall'annuncio della scoperta, un membro della comunità alto, magrissimo, dall'espressione ascetica, nel quale egli riconobbe immediatamente il suo vecchio amico Giovanni.

Sorpreso e felice stava per alzarsi e correre ad abbracciarlo quando Giuda, che n'aveva intuito le mosse, lo prevenne e con un forte strappo lo rimise a sedere, bisbigliandogli all'orecchio: "Gli esseni non ammettono il contatto fisico. Nessuno può toccare un altro o farsi toccare".

Intuita la situazione, Davide si alzò con calma, si avvicinò a Giovanni, che non avendolo riconosciuto si era immerso totalmente nella lettura del manoscritto, e quando s' avvide che stava per staccare lo sguardo dalla pergamena: "Ciao, Giovanni" gli disse con un dolce sorriso. "Come vedi, ho mantenuto la mia promessa".

L'esseno, colto di sorpresa, fissò intensamente, per qualche istante, il giovane che aveva davanti a sé, cercando di richiamare alla memoria qualcosa che ne rivelasse l'identità e improvvisamente, ricomponendo i lineamenti del piccolo amico che aveva conosciuto durante il rientro dall'Egitto, s'illuminò di un gran sorriso e disse: "Tu sei Davide!". E i suoi occhi, per un attimo fuggente, s'inumidirono di lacrime.

"Siete stati voi a portare il rotolo?" chiese con evidente ammirazione.
"Sì" rispose prontamente Giuda. "Ma il merito della scoperta di questo prezioso testo è tutto di Davide. È stato lui, o meglio, la sua sapienza che mi ha spinto all'acquisto. Io, nella mia profonda ignoranza, lo avevo rifiutato perché lo ritenevo inutilizzabile".

"Davvero questo giovane è così preparato?" chiese stupito il vecchio Simone, che aveva assistito alla scena.

"Quando l'ho conosciuto durante il rientro dall'Egitto, aveva poco più di dieci anni e conosceva l'egiziano, il greco, il latino e l'antico ebraico" spiegò Giovanni.
"Sarebbe un ottimo membro della nostra comunità" fece Simone guardandolo con attenzione, come se lo scoprisse soltanto allora. "Anche il suo fisico mi sembra perfetto" concluse al termine del suo esame.

"Comunque", proseguì il vecchio capo con accento commosso, "vi siamo tutti immensamente grati. Questo giorno, per merito vostro, sarà considerato il più importante della nostra vita comunitaria perché la scoperta del manoscritto del nostro venerabile Maestro di Giustizia determinerà per noi tutti, ne sono certissimo, una forte rinascita spirituale".

E, dopo una breve pausa, continuò: "Naturalmente, sapremo ricompensarvi secondo il vostro merito". "Macché, macché" rispose prontamente Giuda che appariva anch'egli commosso. "Ci pagherete i papiri come il solito e la pergamena è un omaggio di Davide. Al massimo ci ospiterete per qualche giorno. Abbiamo bisogno di un po' di riposo e il mio amico vuole conoscere qualcosa della vostra comunità".

"Saremo felicissimi di ospitarvi per quanto vorrete" rispose Simone e cogliendo un piccolo cenno della mano del giovane Esrom appena sopraggiunto "il bagno è pronto", disse " andate a ripulirvi e a rinfrescarvi".

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)