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martedì 12 ottobre 2010

Rapido inventario delle reliquie inverosimili e assurde (“L'invenzione del cristianesimo”) 192

Sulla scia della santa croce pullularono in breve tempo miriadi di reliquie, una più assurda dell'altra (ma tuttora considerate oggetto di culto per la Chiesa): la corona di spine, conservata nella Sainte Chapelle di Parigi, la colonna della flagellazione (Chiesa di Santa Pressede a Roma), la pietra sulla quale fu deposto il corpo di Cristo (Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme), due scale servite per la deposizione (una a Roma in Laterano e l'altra a Gerusalemme), la sacra lancia che colpì il costato di Gesù (Vienna), il sangue di Gesù scaturito dalla ferita del costato (Cattedrale di Mantova), una trentina di sudari in cui fu avvolto il corpo di Cristo nella sepoltura, il più importante dei quali, la Sacra Sindone, conservata a Torino, viene datata al XIV secolo col metodo del carbonio 14, effettuato in tre laboratori tra loro indipendenti: quello dell’Università di Oxford, quello dell’Università dell’Arizona e quello dell’Istituto Federale della Tecnologia di Zurigo. La data risultata dalla ricerca corrisponde all'epoca della sua prima apparizione (ma stando ai Vangeli di Luca e Giovanni, Gesù fu avvolto in bende e non in un sudario).

Altre fantasiose reliquie si aggiunsero successivamente: due asciugamani usati da Gesù per la lavanda dei piedi degli apostoli (uno in Laterano e un altro in Germania ad Acqs), alcuni pannolini del Bambin Gesù (Aquisgrana), la sacra culla e la mangiatoia (Santa Maria Maggiore a Roma), una ciocca di capelli di Maria e ampolle del suo latte (Messina), frammenti del velo della Madonna e della veste di San Giuseppe (Santa Maria di Licodia), frammenti del bastone di San Giuseppe (in molte chiesa di Roma e Bologna).

A Verona si conservano le reliquie dell'asino delle palme e a Colonia pezzi del suo sterco. Nel Medioevo, a Gaming in Austria, nella festa delle reliquie celebrata il 5 novembre, oltre la greppia e i pannolini di Gesù si potevano venerare i resti del pasto dei cinquemila narrato nei Vangeli e frammenti del pane mangiato durante l'Ultima Cena, ampolle col sangue dei bambini uccisi da Erode durante la strage degli innocenti e una ciocca dei capelli della Maddalena.

Nella cappella del castello di Wittemberg, al tempo del principe Federico III, si potevano venerare membra del corpo di Lazzaro, pelli dei bambini uccisi da Erode, il pollice destro di Sant'Anna, alcune ossa di San Paolo, del pane piovuto dal cielo ai figli d'Israele nel deserto durante l'Esodo, tozzi di pane dell'Ultima Cena, alcuni ramoscelli del roveto ardente di Mosè e, perfino, tre ampolline del latte della Vergine Maria. Ma non è finita.

Del Battista conserviamo molte assurde e inverosimili reliquie: la testa decapitata (San Silvestro in Capite a Roma), un braccio (Cattedrale di Siena), il mento (San Lorenzo di Viterbo), un dito (Duomo di Firenze) e le ceneri (San Lorenzo di Genova). Molto venerate fin dal XII secolo le presunte spoglie dei tre Re Magi (dove mai saranno andati a pescarle?) oggi conservate in parte a Colonia e in parte a Milano.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)