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sabato 16 ottobre 2010

La Chiesa Cattolica italiana sempre più vorace.

Lo Stato italiano, in barba alla Costituzione che lo definisce laico in quanto non professa alcuna religione, versa ogni anno alla Chiesa cattolica, attraverso mille rivoli, somme stratosferiche che corrispondono ad una grossa fetta della manovre fiscale.

Si tratta di parecchi miliardi di euro, sottratti alle tasche degli italiani anche non credenti sotto forma di finanziamenti diretti (otto per mille e stanziamenti a diversi titoli da parte di Stato, Regioni, Province e Comuni), sia sotto forma di privilegi fiscali come l'esenzione dall'ICI sugli immobili in cui svolge attività commerciali.(che ci costa da sola due miliardi e che l'Europa ritiene illegale).

Tutta questa massa di denaro pubblico, che la casta politica bipartisan elargisce alla Chiesa Cattolica per puro tornaconto elettorale, sarebbe una manna preziosa per far quadrare i bilanci dello Stato, per incrementare il welfare in precipitoso regresso e per ridurre il debito pubblico, ormai divenuto siderale (30 mila euro per ogni cittadino italiano dai neonati in su).

Invece, le cose vanno di male in peggio e la voracità pretesca non ha più ritegno. Con l'otto per mille lo Stato versa alla Chiesa un miliardo che dovrebbe servire al mantenimento del clero il quale, però, molte funzioni pastorali le fa pagare ai fedeli (battesimi, matrimoni, funerali e così via.

Ma non è tutto. Oltre a ciò molti ecclesiastici incassano lo stipendio (dallo Stato) per l'insegnamento religioso nelle scuole e per l'assistenza ai militari nell'esercito.

Siccome, però, l'appetito vien mangiando, ultimamente si è andato diffondendo nelle regioni un nuovo lauto finanziamento per il clero. In questi giorni, infatti, settantasette sacerdoti sono stati assunti a tempo indeterminato dalle Asl di tutta la Toscana, scelti dai vescovi cattolici e pagati con i soldi pubblici, per una spesa complessiva di 2.150.000 euro l’anno, tra stipendi e oneri accessori.

Quindi questi sacerdoti teoricamente sono pagati dallo Stato con l'otto per mille e contemporaneamente dalle regioni con un altro stipendio per recar conforto agli ammalati degli ospedali, attività che dovrebbe essere svolta gratuitamente come parte del loro ministero. Anche il Veneto, giustamente ritenuto la Vandea d'Italia, ha provveduto a fare altrettanto e le altre regioni seguiranno a ruota.

Da notare che dovunque i nostri ospedali sono sotto organico riguardo al personale infermieristico e in taluni casi anche con carenze gravi. Ma per nuovi infermieri non ci sono soldi.

Il Consigliere Regionale toscano Mauro Romanelli (FdS/Verdi) giustamente rileva: “Nessuno contesta il diritto all’assistenza spirituale, vogliamo anzi estenderlo anche a beneficio di chi non è cattolico, ma questo non può diventare un elemento di privilegio, un modo per trovare un lavoro e uno stipendio, sottraendo risorse alla sanità pubblica e possibile lavoro a infermieri precari o disoccupati”.

E chiede di “ estendere la Convenzione a tutte le altre confessioni religiose, cristiane non cattoliche e non cristiane, oltre che alle sensibilità laiche, agnostiche e atee, ma soprattutto di eliminare qualsiasi elemento di assunzione e retribuzione: queste attività devono essere assolutamente volontarie, fatte da persone veramente motivate, a tutela dei diritti anche spirituali del paziente”. Altro che pseudo spiritualità a pagamento!

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)