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lunedì 18 ottobre 2010

La pagliuzza e la trave

(Su Vicenza Più del 16 ottobre Lucio Panozzo scrive questo esilarante articolo che riporto e condivido in pieno).

“I commenti di parte cattolica, soprattutto quelli ufficiali che la gerarchia ecclesiastica, ancorché non richiesta, gentilmente non ci fa mai mancare, sulle recenti performances bestemmiatorie del dittatore, provocano il sorriso nella maggior parte degli osservatori.

"Il motivo è semplice: coloro che pretendono di insegnare, sono poi quelli che inciampano per primi nell'errore e oltretutto non si ricordano più la storia della pagliuzza e della trave, non hanno più il senso delle proporzioni e, dispiace dirlo, neanche dell'ironia, perché evitano di ridere in pubblico sulle loro prese di posizione ridicole.

"Andiamo per ordine. Un povero diavolo (si fa per dire, perché si tratta di un diavolo molto ricco) tira una saracca, e tutti gli saltano addosso, dal Vaticano e giù giù fino ai Cattocomunisti per finire con i comunisti veri o rifondati che siano.

"Lo stesso diavolo, che non sa come passare il tempo nelle lunghe notti insonni, fa arruolare dai suoi lenoni un branco di belle ragazze che allietino le sue ore, e gli stessi di prima non lo lasciano in pace con i loro anatemi. Sempre lo stesso diavolo ricco appoggia le sporche guerre dell'America e di Israele (di cui è amico-nemico, considerato il tono delle sue barzellette) e, strano, nessuno parla, tantomeno la chiesa.

"Manda letteralmente in rovina l'Italia, e la chiesa zitta, l'importante è che le sue prebende illegali non vengano messe in discussione e non manchino mai. Ha proposto e fatto approvare, come fanno i dittatori, decine di leggi contrarie alla democrazia ma favorevoli alla sua situazione debitoria nei confronti della giustizia, chiesa zitta, opposizione consenziente e firmataria.

" Se la prende con i giudici in modo ormai apertamente dittatoriale, chiesa zitta, opposizione, di fatto, col silenziatore. E mi fermo qui, anche se si potrebbe riempire un'altra dozzina di pagine. Vorrei invece proseguire con la storia della pagliuzza e della trave.

"Con quale faccia si permette la chiesa di colpire il povero Berlusca per una bestemmia o per l'uso, ancorché spregiudicato, del sesso, quando i suoi armadi sono, a detta di quei magistrati che ovviamente ripudia, pieni di scheletri? Come concilia poi l'interessamento sui particolari, quando sull'essenziale ne avrebbe da dire fin che vuole?

"Siamo giunti al ridicolo, è proprio il caso di dire che non c'è più religione. Qui ci sarebbe veramente la necessità di tirare una saracca tutti insieme (magari il bestemmione alpino), tanto per sottolineare la gravità della contraddizione.

"Una chiesa che al tempo della Democrazia Cristiana di esecrata memoria tesseva alleanze con la mafia e la massoneria in chiave anticomunista, una chiesa che si imbranca con la finanza più torbida, in combutta con comunione e liberazione e compagnia delle opere, politicamente imbrancata con tutti i partiti e i partitini, pronta a darsi al primo venuto pur di controllarlo e mungerlo in seguito, per farsi ripagare del favore.

"Allora non era esagerato il detto, quando si poteva dire, che la chiesa era la gran prostituta, oltre che la grande bestia, aggiungo, essendosi non da ora alleata con il principe delle tenebre.
Vogliamo parlare di sepolcri imbiancati?” (Lucio Panozzo)

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)