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giovedì 4 novembre 2010

Decadenza economica (“L'invenzione del cristianesimo”) 212

Ovviamente la decadenza del nostro Paese, causata dalla Controriforma e dall'Indice, non ha riguardato soltanto la cultura, la scienza e la politica, ma anche la morale e l'economia. Vediamo come.

Nel protestantesimo, la spinta culturale, derivata dalla libertà di accedere direttamente e personalmente alle verità della Bibbia, spinse ognuno ad imparare a leggere. Guai a chi non era in grado di farlo. Fu una enorme molla culturale perché l'ignoranza era considerata figlia del diavolo.

Ma al protestante non bastava saper leggere la Bibbia, gli occorreva anche poterla interpretare col proprio acume, confrontandosi, magari, con gli altri. Di qui lo stimolo alla ricerca personale e allo sviluppo del senso critico.

Il protestante divenne quindi uno strumento attivo perché sapeva costruire la sua verità con lo studio personale, con la riflessione e col dibattito; quello cattolico, al contrario, rimasto totalmente passivo, perché tenuto sotto tutela, dovette accettare la verità interpretata da altri (il clero) senza mai avere l'opportunità di verificarla.

Inoltre, il protestante sentiva come dovere morale la laboriosità, la disciplina, la frugalità, l’efficienza e la cultura. Nello stesso tempo rifiutava l'ascetismo cattolico, che disprezzava le cose buone e belle del mondo, ed esaltava la povertà e la rassegnazione ai soprusi e alle angherie dei prepotenti. Il protestante voleva vivere, agire, operare, lavorare e sacrificarsi per la famiglia e il successo, convinto che ricchezza e benessere fossero segni della Grazia.

Fu questa nuova morale a far nascere il capitalismo, secondo la celebre tesi di Max Weber (L’etica protestante e lo spirito del capitalismo). Inglesi, tedeschi, svizzeri e olandesi, spinti da questa morale aperta e positiva, riuscirono a dare un nuovo impulso al commercio, alla ricerca, alle relazioni politiche e sociali, sviluppando la borghesia e l'imprenditoria e creando le premesse allo sviluppo economico dei loro Paesi e del mondo intero.

I Paesi cattolici, soprattutto l'Italia e la Spagna, dominati dal conservatorismo religioso e dalla nobiltà latifondista, rimasero culturalmente ed economicamente arretrati.

Fra il Seicento e il Settecento, quindi, mentre l'Europa protestante creava la strutture socio-economico-politiche dello Stato moderno, l'Italia, in piena decadenza, era intenta soprattutto ad accrescere il numero delle festività in onore di nuovi santi, nuovi culti alla Madonna, nuove rivelazioni miracolose, nuovi dogmi e nuovi riti, tutti intesi ad incrementare la già enorme superstizione popolare.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)