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mercoledì 3 novembre 2010

Le vittime dei preti pedofili domenica 31 ottobre hanno manifestato contro il Vaticano.

I rappresentanti delle organizzazioni delle vittime di pedofilia, guidati dagli americani di Survivors Voice, provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi e Australia e anche dall'Italia, domenica 31 ottobre, dopo aver dato vita a un sit-in davanti a Castel Sant’Angelo, si sono diretti verso Piazza San Pietro ma sono stati subito bloccati dalla polizia italiana.

Nel sit-in alcuni cartelli con scritto: «Giù le mani dai bambini», «Chiesa senza abusi», «Il Papa protegge i preti pedofili». La stampa estera ha dato molto risalto all’evento, sottolineando che la polizia italiana ha bloccato il corteo prima che arrivasse a San Pietro e che nel corso della manifestazione i manifestanti hanno contestato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, che li aveva contattati, contestandogli il fatto che il pontefice in questi anni ha fatto poco o niente per combattere gli abusi del clero cattolico.

«E’ venuto il momento di agire pubblicamente. Vogliamo aiutare i ragazzi che ancora possono essere vittime di abusi nel mondo», ha spiegato Bernie McDaid, cofondatore di Survivors Voice e lui stesso vittima di abusi da parte di un sacerdote quando era bambino.

«Il nostro non è un attacco alla fede o alla religione, chiediamo solo più trasparenza, questa è una questione di condotta morale», ha spiegato Marco Lodo Rizzini, portavoce dell’associazione delle vittime dell’istituto Antonio Provolo, di Verona protagonista di uno dei principali casi scoppiati in Italia nel campo della pedofilia nella Chiesa.

Il Wall Street Journal ha raccontato la manifestazione dando particolare risalto alle parole di McDaid, che si recò in Vaticano quasi un decennio fa, quando esplose il primo scandalo per un caso di abuso a  Boston,  ”Se  otto anni fa ci siamo trovati qui per protestare – egli ha detto - e ci troviamo qui oggi per la stessa ragione, c’è qualcosa di sbagliato”.

Il New York Times ha messo in evidenza che i partecipanti al corteo hanno chiesto che gli abusi sessuali contro i bambini siano riconosciuti dall’Onu come crimini contro l’umanità” e ha riferito che durante il sit-in molte vittime, a turno, si sono alzate a raccontare ai presenti la loro storia, che ha lasciato loro strascichi terribili come la dipendenza dalle droghe o dall’alcol.

L’Huffington Post, riportando anch’esso la notizia della manifestazione e del blocco del corteo, ha dato grande risalto alle parole di Bernie McDaid, uno dei promotori della marcia :”Da qualche parte stanotte in Africa un missionario sta facendo ciò che vuole  con un bambino, prendendo il suo corpo per piacere e rubando la sua anima, e nulla sarà fatto per fermare l’autore del reato”.

Parole terribili che gettano una luce sinistra sui nostri missionari così osannati dalla Chiesa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)