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venerdì 3 settembre 2010

Il battesimo ai neonati una palese violazione della libertà religiosa (“L'invenzione del cristianesimo”) 159

Appurato che il battesimo è di origine prettamente pagana, che fu introdotto nel cristianesimo da Paolo e non da Gesù o gli apostoli, che inizialmente era soltanto un’iniziazione che sostituiva per i cristiani la circoncisione ebraica imposta dalla Chiesa di Gerusalemme, dobbiamo affrontare ancora un importante quesito: perché è stato poi imposto ai neonati, in palese violazione della libertà di religione?

Fu Tertulliano prima, seguito poi dal sommo dottore sant’Agostino, a riscoprire il peccato originale, ignorato sia da Gesù, sia dagli apostoli, e ad imporlo come dogma fondamentale della Chiesa.

Questa riesumazione dell’antica colpa primigenia, che trasformava l’intera umanità in una «massa dannata», per cui i neonati venivano al mondo con una natura decaduta che, in assenza di battesimo, li avrebbe privati dell'accesso al paradiso, portò presto a sancire che il battesimo era indispensabile per cancellare quella tara e per impedire che i non battezzati fossero esclusi dal regno dei cieli.

Ecco quindi l’esigenza di amministrarlo subito dopo la nascita e perfino al feto, non ancora nato, se c’era minaccia d’aborto. Esigenza mantenuta anche quando la Chiesa, riconoscendo la mostruosità dell'inferno per i neonati morti senza battesimo, inventò per loro il limbo, rimasto in vigore fino ai nostri giorni. Oggi, però, anch'esso è stato abolito da papa Ratzinger che ne ha ammesso la palese assurdità. Ogni tanto anche nella Chiesa affiora qualche briciola di resipiscenza.

Con questo sacramento (un po' d'acqua versata sulla testa e la recita della formuletta di rito), che come un superdetersivo cancella ogni colpa passata e in più imprime a vita l’appartenenza del battezzato alla Chiesa, viene violata la più elementare forma di libertà di religione, perché il battesimo è inalienabile, una specie di marchio a fuoco impresso nell’anima.

Chi volesse toglierselo, afferma la Chiesa, non lo può fare. Si può, volendo, eliminare gli aspetti formali del battesimo, costringendo le parrocchie, mediante una procedura prevista dalla legge, a cancellare il nome del richiedente dalle liste dei battezzati.

Ma questi sbattezzi sono per la Chiesa solamente formali in quanto si rimane sempre cristiani anche se, in base al diritto canonico, gli sbattezzi sono considerati un’apostasia (abbandono della religione) e comportano la scomunica automatica, con l’esclusione dai sacramenti e dal funerale religioso.

L'imposizione del battesimo ai neonati è quindi la più eclatante violazione della libertà di religione strombazzata in tutte le costituzioni degli Stati democratici dell'Occidente perché, per mezzo di esso, viene imposto al neonato, che si trova nell'assoluta incapacità di intendere e di volere, un marchio indelebile di appartenenza religiosa, che praticamente segna la sua entrata obbligata nella religione degli antenati, dalla quale gli sarà molto difficile, e in taluni casi impossibile, uscire.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)