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giovedì 2 settembre 2010

L'Italia e la Grecia, fanalini di coda in Europa sul riconoscimento di pari diritti a tutte le coppie, anche dello stesso sesso.

Dopo la recente sentenza che in California ha definito incostituzionale vietare le nozze fra omosessuali, diamo un'occhiata nel mondo, e soprattutto in Europa, per fare il punto sulla situazione.

In America Latina, l'Argentina, con il pieno sostegno della presidente, Cristina Kirchner, è stata recentemente il primo Paese sudamericano a riconoscere il matrimonio gay mentre Brasile, Uruguay e Colombia avevano già legalizzato le unioni tra persone omosessuali (non quindi il matrimonio). Ma è di questi giorni la notizia che la Corte Suprema del Messico ha detto sì alle nozze fra persone dello stesso sesso. Quindi la situazione in questo continente è in rapido movimento.

Nell'America del Nord a consentire per primo il matrimonio omosessuale è stato il Canada già nel 2005 ed ora viene seguito dallo Stato della California. Ma negli Stati Uniti la situazione è ancora confusa e soggetta a continui cambiamenti perché questa materia è oggetto di scontri molto accesi. In tutto, negli Usa sono cinque gli Stati a riconoscere i matrimoni gay, oltre ad un distretto federale: Massachusetts, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire e Washington D. C.

A livello globale, invece, Asia e Africa sono i continenti in assoluto più arretrati dal punto di vista dei diritti delle persone. Addirittura in Africa, in 38 Stati su 53, l'omosessualità è ancora punita dalla legge e il Sudafrica è l'unico stato africano ad aver legalizzato dal novembre 2006 le unioni civili tra omosessuali. Nel continente australe la Nuova Zelanda con una la legge del 2004 garantisce alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle etero.

Ma è l'Europa, per fortuna, la più avanzata sotto questo riguardo e dal 2001, quando i Paesi Bassi per primi hanno permesso il matrimonio tra omosessuali, riconoscendo loro gli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali, c'è stato un rapido susseguirsi di nuovi riconoscimenti.

Ai Paesi Bassi sono seguiti: il Belgio nel 2003, la Spagna nel 2005 (con la possibilità di adottare bambini), la Svezia, la Norvegia (dove i gay si possono anche sposare in chiesa). A questi Paesi, se ne son aggiunti altri che riconoscono pari diritti alle coppie, indipendentemente dal loro sesso, consentendo contratti di vita comune o partenariato. Si tratta di Austria, Danimarca, Lussemburgo , Germania, Svizzera e Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Finlandia, Andorra, Croazia, Irlanda.

L'Italia, come è noto, non ha alcuna legge di tutela per le unioni gay. "Siamo, insieme alla Grecia, l'unica nazione a non riconoscere diritti alle coppie dello stesso sesso e rappresentiamo un'eccezione in Europa e tra i paesi avanzati", osserva il presidente di Arcigay, Paolo Patanè.

Questa discriminazione che impedisce alle coppie omosessuali di accedere all'istituto del matrimonio, o per lo meno a contratti di vita comune, è tanto inaccettabile quanto assurda per uno stato di diritto che ha tra i suoi valori fondati l'uguaglianza e la libertà dei suoi cittadini.

A questo punto una domanda nasce spontanea. Perché Italia e Grecia sono, sotto questo profilo, i Paesi più arretrati? Lo sanno anche i più sprovveduti. Perché in questi due Paesi la Chiesa dominante (Cattolica e Ortodossa) tengono le rispettive classi politiche in totale sottomissione, impedendo loro di approvare le leggi civili fortemente volute dai cittadini.

In altre parole, obbligano i politici a tradire il loro mandato elettorale per imporre, coercitivamente, la più oppressive e illiberali nome religiose.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)