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lunedì 4 ottobre 2010

25 Ottobre: giornata nazionale dello sbattezzo

L'UAAR (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) ha scelto il 25 ottobre come giornata nazionale per lo sbattezzo? Perché? Perché il 25 ottobre 1958, la Corte d’appello di Firenze ha assolto il vescovo di Prato, che aveva denigrato pubblicamente due giovani che si erano sposati civilmente definendoli “concubini e pubblici peccatori” come se il matrimonio civile non avesse alcun valore.

La coppia intentò causa al vescovo per diffamazione e la perse perché, essendo essi formalmente cattolici, in quanto battezzati, continuavano ad essere sottoposti alla sua autorità in base ai canoni 855 e 2357 del Codice di Diritto Canonico. Quindi i battezzati, che non si mostrano ligi alla Chiesa, possono essere liberamente e pubblicamente denigrati da qualsiasi autorità ecclesiastica mediante la scomunica, il rifiuto dei sacramenti e del funerale religioso (vedi il caso Welbi) e così via.

L'accusa di concubinaggio non è più pubblicamente denunciata oggi dalla Chiesa solo perché i matrimoni civili, le coppie di fatto e i divorzi sono divenute ormai un costume sempre più diffuso e incontrollabile e riguardano più di mezza Italia.

Oggi, con la procedura dello sbattezzo, riconosciuta come norma giuridica, chi si sbattezza viene depennato dalla Chiesa e nessun ecclesiastico può formulare critiche sul suo comportamento e nemmeno utilizzarlo come merce di scambio con il governo di turno per la concessione di esose prebende alla Chiesa e per la imposizione di leggi clericali e liberticide al popolo italiano.

Il 25 ottobre va considerato quindi una data storica per la lotta all'oppressione religiosa ed anche per l'affermazione delle libertà di religione apertamente violata con la somministrazione del battesimo in tenerissina età. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, cui l'Italia aderisce (ma non il Vaticano che l'ha rifiutata), riconosce il diritto a ciascuno di noi di cambiare religione, o di non averne alcuna.

Ebbene, lo sbattezzo, lungi dall’essere un «rigurgito anticlericale», non è altro che la traduzione giuridica italiana di tale diritto. Lo sbattezzo, però, non è un rituale uguale ed opposto al battesimo: nessun laico lo considererebbe una cosa seria.

E’ piuttosto una formale richiesta di vedere rettificata la propria posizione nel registro dei battezzati con la conseguenza che i propri dati non possano più essere utilizzati ai fini di attività statistiche o simili e di non essere più considerati parte della Chiesa Cattolica, a tutti gli effetti.

Una possibilità, quindi, per le numerose persone che si sono viste battezzare in tenera età e che, in età adulta, hanno maturato idee e convinzioni incompatibili con quelle professate dalla religione cattolica.

In un prossimo post verrà illustrata la modalità da seguire per attuare lo sbattezzo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)