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martedì 5 ottobre 2010

Il papa arriva a Palermo e la Costituzione viene subito sospesa.

La visita di Benedetto XVI, di appena dieci ore, al capoluogo siciliano, che aveva suscitato nelle settimane scorse non poche perplessità per i circa due milioni e mezzo di euro di spesa che comportava, ha lasciato uno strascico di polemiche a causa di due interventi delle forze dell'ordine avvenuti in violazione dei diritti costituzionali più elementari.

Il primo, ha riguardato la rimozione forzata e abusiva di uno striscione che riportava semplicemente una frase del vangelo di Matteo, 21,13 che recitava: “La mia casa è casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri”. (La frase si riferiva al Vaticano).

Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente per toglierlo, ma non sono potute entrare trovando la casa sbarrata. Allora, non potendo forzarla essendo sprovviste di un qualsivoglia ordine di un magistrato, hanno fatto intervenire i vigili del fuoco che sono prontamente saliti con le scale mobili e hanno strappato lo striscione.

Ci sono riusciti solo per metà, l’altra metà (ma praticamente inservibile) è stata ritirata dalle persone della casa. “E’ un regime, neppure in casa nostra possiamo esprimere liberamente il nostro pensiero” ha affermato Franca Gennuso, una delle persone presente nella casa “incriminata”, tenuta sveglia tutta la notte da continue telefonate delle forze dell’ordine che tentavano, con le buone e con le cattive, di persuaderli a ritirare lo striscione.

Il secondo, avvenuto alle ore 11,30, ha visto numerosi agenti della polizia di stato in divisa e agenti della Digos intimare la rimozione di uno striscione posto all’interno della vetrina della libreria AltroQuando in via Vittorio Emanuele 143 a Palermo. Lo striscione recitava la frase: “I love Milingo (il vescovo esorcista cacciato dal Vaticano).

Gli agenti lo hanno sequestrato assieme alle locandine della mostra “La Papamobile del futuro” da tre giorni allestita presso la stessa libreria, nonostante le proteste del librario che urlava: “è casa mia”(vedi il comunicato di Altroquando pubblicato su YouTube).

La polizia nei due casi ha agito senza alcun mandato della magistratura, violando non solo l’articolo 21 ma anche l’articolo 14 della Costituzione, che recita: “Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale”.

Naturalmente, chi ha ordinato di togliere striscioni e cartelli ha commesso un reato. E in Italia l’azione penale è obbligatoria. Allora ci aspettiamo che la procura di Palermo apra una inchiesta per individuare i responsabili di questa inammissibile violazioni delle nostre libertà più elementari.

Le forze dell'ordine così sollecite nel togliere abusivamente quanto poteva disturbare il papa, si sono dimostrate altrettanto permissive nel tollerare gli striscioni antirazzisti, piazzati in tutte le vie della città, dagli aderenti a Giovane Italia, il movimento giovanile del Popolo della Libertà, che recitavano ”Con Ratzinger contro matrimoni gay e relativismo da sempre in prima linea nella difesa di quei valori non negoziabili, quali vita e famiglia, indicati dal Papa”.

Di fronte a simili violazioni il fatto più grave è un altro: i giornali, anche quelli che si definiscono “indipendenti”, hanno ignorato completamente la cosa (unica eccezione Il Fatto Quotidiano) e le opposizioni politiche altrettanto. Neppure il Capo dello Stato, che rappresenta l’unità della nazione sotto il vincolo della Costituzione, pare abbia sollevato problemi.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)