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domenica 8 aprile 2012

Peccato e Redenzione. La nuova teologia di Paolo: l'immortalità dell'anima e la redenzione.62



Ma come giunse Paolo ad elaborare una così assurda teologia che comportava lo stravolgimento radicale dell'ebraismo? Gradualmente, perchè all'inizio della sua conversione egli aveva condiviso coi cristiano-giudei la certezza che la Fine dei Tempi fosse vicina e Gesù sarebbe tornato sulle nuvole per ricostruire il Regno di dio in Terra, provocando la catarsi finale della nazione ebraica prima e del mondo dopo.

Infatti, troviamo negli Atti degli Apostoli, scritti si può dire sotto la dettatura di Paolo, che dio: "ha fissato un giorno in cui, a rigor di giustizia, giudicherà il mondo per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone sicura prova col risuscitarlo dai morti" (Atti 17,31). Questo Risorto per i cristiano-giudei, e per il primo Paolo, era Gesù uomo, non Gesù figlio di dio.

L’aspettativa escatologica (cioè l'inizio di una nuova era), tema costante della predicazione di Gesù, era fermamente ritenuta così imminente allora, che tutti, compreso Paolo, erano convinti di assistervi prima della loro morte.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)