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venerdì 27 aprile 2012

Pesante crisi del cattolicesimo in Usa


Negli Usa il cattolicesimo è in crisi. Quattro sono i fattori che lo determinano: il calo dei fedeli, l'evaporazione delle vocazioni, lo scandalo dei preti pedofili e infine, la crisi finanziaria di molte diocesi, svenate dai pesanti rimborsi alle vittime abusate dal clero.

Tutte le ultime inchieste sulla religiosità degli Stati Uniti forniscono dati convergenti: cresce il numero di chi non crede (tanto da spingere qualche commentatore a parlare dell’ateismo come di "un nuovo potere"); tra i credenti, cresce il numero di chi crede senza appartenere ad alcuna Chiesa; tra le Chiese, quella cattolica è l’organizzazione che subisce le perdite più pesanti, tamponate per ora dall’afflusso di immigrati di origine ispanica (provenienti da nazioni in cui, peraltro, il proselitismo evangelico si fa di giorno in giorno più aggressivo).

Le vocazioni calano vertiginosamente perché mentre i preti anziani vanno in pensione ed altri preti, ancor giovani, vengono allontanati perché coinvolti in scandali di pedofilia, la nuova gioventù, sempre più sedotta dal secolarismo, non avverte alcuna attrazione per la carriera ecclesiastica. Pesa molto, in tempi sempre più permissivi, l'obbligo al celibato, anche se spesso nascostamente violato da molti ecclesiastici, di rango vescovile.

Recentemente il vescovo ausiliare della diocesi di Los Angeles, monsignor Gabino Zavala, ha confessato al Papa di avere due figli, che vivono con la madre in un altro Stato, e ai quali deve offrire un adeguato sostegno economico per pagare i contributi per gli studi. La vicenda di Zavala ha importanti precedenti, altrettanto eclatanti, come quello dell'arcivescovo di Atlanta, Eugene Marino, dimessosi dopo che venne resa pubblica la sua storia d’amore con una diacona, e, da poco, lo scandalo toccato al segretario della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, l’arcivescovo di Santa Fe, Robert Sanchez, reo confesso di aver avuto cinque amanti.

Le conseguenze della crisi religiosa si fanno pesantemente sentire obbligando i vescovi a sopprimere molte parrocchie e a fonderne altre. Il vescovo Richard G. Lennon, titolare della diocesi di Cleveland, nello stato americano dell’Ohio, che comprende più di 750.000 cattolici, ha chiuso 29 parrocchie e ne ha accorpate altre 41. Il piano di ristrutturazione taglia di fatto 52 parrocchie su 224. Ma non è tutto,. 

Dopo che negli anni scorsi le diocesi di Chicago, Detroit e Boston hanno chiuso o aggregato decine di parrocchie spesso per ovviare alle difficoltà finanziarie nate dallo scandalo pedofilia, ora tocca a New York. L'arcidiocesi della Grande Mela ha annunciato che metterà i lucchetti a 31 chiese e 14 scuole, dando il via alla più vasta riorganizzazione degli ultimi centocinquanta anni.

La diminuzione della partecipazione alla Messa e l'abbandono di molti fedeli non impediscono ai vescovi cattolici più oltranzisti di alimentare aspri conflitti per impedire l'approvazione dei matrimoni gay, ormai universalmente accettarti dall'opinione pubblica americana, e di continuare con asprezza la loro campagna contro i contraccettivi, fingendo ipocritamente di ignorare che la quasi totalità delle donne cattoliche li usa apertamente, infischiandosene dei loro divieti.

Più i fedeli si disinibiscono, più la casta episcopale americana si irrigidisce nel conformismo medioevale che tanto piace a papa Ratzinger ma che, di fatto, allontana sempre più la popolazione dalla Chiesa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)