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lunedì 7 marzo 2011

Il Berlusconi-pensiero.

Fu all’età di 12 anni che il futuro premier, grazie a un professore di religione russo che gli aveva svelato gli orrori dell’Urss, sposò, come una missione, la causa dell’anticomunismo per vendicare «quei 100 milioni di morti» vittime dello stalinismo.

Ecco perché nel 1994 sacrificò aziende e interessi per traslocare a Palazzo Chigi «assieme a tanti amici cattolici» allo scopo di impedire che il Partito comunista«con il 34% dei voti conquistasse l’82% dei seggi» e trasformasse l'Italia in un Paese comunista.

La sua missione di salvatore d'Italia dalla dittatura marxista fu benedetta da mamma Rosa che lo esortò profetica: ” Figlio mio segui la strada in cui credi, ma attento ai magistrati, non ti daranno tregua anche se non hai colpe.” Con visibile commozione il premier ha fatto questa confessione all’Ergife davanti ai cristiano riformisti che si scorticavano le mani ad applaudirlo.

Il devotissimo Silvio, un divorzio e mezzo alle spalle e tanta carità per le ragazzine bisognose che passano, casualmente la notte ad Arcore, ha assicurato: siamo ancora qui primariamente per la stessa ragione: salvare l’Italia dai comunisti.

Che, tra l’altro, vogliono smembrare «il nucleo fondamentale della nostra società» rappresentato dalla famiglia. Questa «deve essere costituita da un uomo e una donna che si uniscono per mettere al mondo dei figli». E deve essere tutelata dagli omosessuali come dagli insegnanti pubblici.

«Finché governeremo noi, non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, cosi come non saranno mai possibili le adozioni di bambini per i singoli o per le coppie omosessuali». E per finire ha spiegato, per chi non lo sapesse, il vero significato di libertà.

«Libertà» vuol dire «avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori».

Ecco qui condensato il Berlusconi-pensiero dal quale possiamo dedurre che la Gelmini è la ministra della diseducazione nazionale. Solo la scuola clericale, i cui infimi livelli culturali hanno declassato la scuola italiana agli ultimi posti in Europa, è la vera educatrice e va quindi coperta d'oro.

Magistratura e Consulta rappresentano lo Stato nemico per cui ogni cittadino può sentirsi autorizzato a rifiutare il proprio giudice e a denigrare la Costituzione come meglio gli aggrada.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)