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lunedì 14 marzo 2011

Il monoteismo (La “mala” religione) 26

A questo punto entra in scena Mosè, il mitico condottiero del popolo ebraico. Principe della casa reale e parente di Akhenaton, (non quindi il pargoletto semita pescato nel Nilo, come ci racconta la favola biblica) era stato un autorevole sostenitore del nuovo monoteismo e alla morte del faraone, sentendosi a disagio per la restaurazione del vecchio politeismo, e forse anche in pericolo, si era fatto assegnare il governo della regione del basso Egitto, come ci conferma Strabone (Geographica XVI, 2,35).

Ma, sentendo l'irrefrenabile desiderio di attuare, con un nuovo popolo, quella riforma religiosa che era stata il sogno di Akhenaton ed anche suo, decise di mettersi a capo delle tribù semitiche della sua provincia, che lavoravano come schiave alla costruzione di mattoni, liberarle dalla schiavitù e condurle verso la terra di Canaan, da dove erano provenute quattro secoli prima. Ebbe inizio così il leggendario Esodo biblico.

Mosè non era il solo egizio a guidare le tribù in movimento. Lo accompagnavano tutti quei suoi compatrioti, ex seguaci di Aton, che si erano raccolti attorno a lui per servirlo e proteggerlo, e per proseguire la sua missione. Questo gruppo costituirà la tribù dei Leviti, i futuri sacerdoti d'Israele.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)