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martedì 15 marzo 2011

Il monoteismo (La “mala” religione) 27

Il problema fondamentale che Mosè dovette affrontare quando diede inizio all'Esodo fu: come trasmettere ad una popolazione rozza, incolta e idolatra il nuovo concetto di un dio unico?

Come trasformare quell'accozzaglia informe di semiti, abbruttiti dalla schiavitù, in un popolo unito che mantenesse incontaminato e rigoroso il nuovo culto monoteistico?

Lo scaltro Mosè, che in qualità di grande sacerdote aveva seguito la scuola degli alti misteri egizi, ricorrendo a trucchi magici e ad una disciplina ferrea e a volte crudele, nei lunghi anni trascorsi nel deserto riuscì a inculcare nel popolo da lui adottato tre verità di fede che diventarono il fondamento teologico della religione ebraica.

La prima, che la nuova religione gli era stata rivelata direttamente da dio durante un incontro ravvicinato ed esclusivo (senza testimoni) sul monte Sinai, della durata di quaranta giorni.

La seconda, che durante quell'incontro esclusivo sulla montagna sacra, egli aveva ricevuto da dio la Legge per il suo popolo e aveva stipulato con lui il Patto dell'Alleanza; un patto indissolubile e vincolante che impegnava gli ebrei ad una assoluta fedeltà al loro nuovo e unico dio e alla sua Legge.

La terza, che in premio del Patto dell'Alleanza e dell'osservanza della Legge gli ebrei diventavano il popolo eletto, il popolo esclusivo di dio, e ricevevano, come ricompensa, il possesso perenne della Terra di Canaan.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)