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giovedì 17 marzo 2011

Il monoteismo (La “mala” religione) 29

Quando le schiere dell'Esodo giunsero nell'attuale Palestina, trovarono altre tribù semitiche della stessa etnia che vagavano nomadi nel territorio e che adoravano le divinità cananee.

Con un processo lungo e faticoso di assimilazione riuscirono, a poco a poco, a convincerle ad accettare il Patto dell'Alleanza stipulato da Mosè, e insieme procedere alla faticosa conquista della Terra Promessa.

Nel X secolo, con Saul prima e David e Salomone poi, il popolo ebraico, chiamato anche Israele, raggiunse finalmente l'unità nazionale e una relativa potenza politica. Per poco però, perché alla morte di Salomone, cadde vittima di lotte intestine che lo divisero per sempre in due Stati contrapposti.

Uno di questi, il regno di Giuda, corrispondente all'attuale Giudea, si mantenne, con alterne vicende, fedele al dio unico Jahvè. Sarà infatti Giosia, il suo penultimo sovrano, osannato come il re più virtuoso della storia di Giuda, che nel VII secolo a.C. e alla vigilia della schiavitù di Babilonia, promuoverà a Gerusalemme la più profonda e radicale riforma religiosa della storia di Israele, e determinerà la nascita del moderno monoteismo rigoroso e della Bibbia.

La prima cosa che re Giosia attuò con feroce determinazione fu la radicale epurazione di tutti i culti pagani e sincretici, che erano stati tollerati fino ad allora a Gerusalemme e in tutto il territorio del regno. Fece bruciare, nella valle di Kindron, i loro altari, arredi, immagini e insegne.

Quindi restaurò, secondo i canoni dell’antica purezza cultuale, l'intera liturgia israelitica, soprattutto quella della festa della pasqua, che ricordava l'Esodo dall'Egitto. Poi, con solenni cerimonie nel Tempio, rinnovò a Jahvè l'antico patto stipulato da Mosè sul monte Sinai, incentrandolo nel segno dell'elezione e dell'Alleanza.

L'elezione venne intesa in senso religioso, ma anche marcatamente nazionalista nei confronti degli altri popoli: Israele non soltanto era il popolo eletto di dio, ma l'unico tra tutti i popoli della Terra a godere di tale privilegio divino.

L'Alleanza s'identificò con un codice legislativo di circa 600 regole, completamente riscritte e ampliate, ma rese assolutamente coercitive, in quanto prevedeva pene anche severe per i trasgressori.

Il monoteismo diventò rigoroso e Javhè, che fino ad allora era stato considerato un dio geloso, crudele e sanguinario, si rivestì di bontà e misericordia e si trasformò in un dio-Signore.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)