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giovedì 24 marzo 2011

Sempre più religione nelle elementari e sempre meno cultura.

Si sta completando la riforma della scuola elementare. Dopo il taglio agli organici di 28 mila cattedre, a settembre il personale verrà sforbiciato di altri 9 mila posti e si entrerà nel terzo anno dell'era Gelmini.

Ma come sarà la scuola elementare in futuro nel nostro Paese? Sempre più retrograda e oscurantista e sempre meno istruttiva. I bambini studieranno più religione a danno delle altre materie formative, come ad esempio l'inglese. Ma non è l'unico inghippo.

Dal prossimo anno non ci saranno più insegnanti specialiste di Inglese: le 4 mila e 700 docenti rimaste in servizio quest'anno, residuate dal contingente di 11 mila e 200 di alcuni anni fa, saranno impiegate come insegnanti comuni.

Prenderanno il posto di insegnanti di inglese altrettante maestre di ruolo ordinario, non in possesso della laurea in lingue straniere, ma specializzate attraverso un corso blended di 340 ore e senza mai essere state all'estero per perfezionare un minimo di pronuncia.

I piccoli si ritroveranno quindi di fronte insegnanti che hanno imparato l'Inglese in fretta e furia e magari, in qualche caso, dovranno correggere la pronuncia della maestra. Perché è chiaro che avremo un inglese a pronuncia variabile, a seconda dell'accento regionale.

Ma perché un'insegnante di posto comune può imparare ad insegnare l'Inglese e non la religione? Semplice. Perché i vescovi vogliono imporre insegnati con la certificazione rilasciata da loro. Naturalmente inseriti in ruolo senza concorso. Sono in migliaia i fortunati, pagati dallo Stato ma scelti dai vescovi, e intanto i precari si mangiano il fiele.

L'insegnamento della religione nella scuola pubblica gestita da uno Stato laico è chiaramente antidemocratico.

Anche se il cattolicesimo è scalzato de facto dal trono di religione di Stato in base al nuovo concordato del1984, l’insegnamento della religione cattolica (IRC), teoricamente facoltativo, è in pratica imposto in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, vista l’innegabile discriminazione che si viene a creare nei confronti degli altri credo religiosi, che non hanno la possibilità di gestire un insegnamento specifico dei propri principi cultuali nelle scuole statali.

La natura facoltativa dell’insegnamento è un eufemismo perché l’applicazione della norma che garantisce a chi non si avvale di IRC un’ora alternativa è assai lacunosa. La conseguenza, nella maggior parte dei casi, è che le famiglie sono costrette ad optare per un insegnamento di cui non condividono i principi, pur di non far piombare i loro figli nel limbo della nullafacenza.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)