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giovedì 31 marzo 2011

Per i cattolici conservatori di lingua inglese, papa Wojtyla amico di Maciel, non può essere proclamato beato.

In una lettera aperta sul settimanale cattolico statunitense The Remnant, i cattolici più tradizionalisti e ortodossi di lingua inglese si sono dichiarati ''profondamente preoccupati'' per la prossima beatificazione di Giovanni Paolo II.

Le pesanti ''riserve'' da loro espresse sull'elevazione agli altari del papa polacco, nascono dalla ''pesante eredita'''da lui lasciata che riguarda: la crisi della Chiesa che favorisce l'avanzare della secolarizzazione, lo scollamento tra cattolici e gerarchia che determina una ''apostasia silenziosa'', gli incontri ecumenici di Assisi che contaminano il cristianesimo, le scuse per i peccati commessi dalla Chiesa nel passato che indeboliscono la sua autorità e il ''collasso'' della liturgia, ma soprattutto lo scandalo della pedofilia e il profondo rapporto che legava il papa polacco al fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel.

Il rifiuto del defunto papa ad avviare un'inchiesta sui comportamenti di questo orco dalla doppia vita malgrado le prove schiaccianti dei suoi molteplici crimini abominevoli, e l'averlo addirittura ricoperto di onori senza dispendio di mezzi in una cerimonia pubblica in Vaticano nel novembre 2004 proclamandolo“uno dei più efficienti raccoglitori di donazioni della Chiesa cattolica”, offusca pesantemente i meriti di questo papa, secondo questi cattolici, e non lo rende degno dell'onore degli altari.

La lettera, firmata da una quindicina di teologi ultraconservatori di università cattoliche e direttori di testate confessionali di quattro Paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Argentina, non fa cenno però ad altre gravi imputazioni a Giovanni Paolo II come quella di aver fatto terra bruciata intorno alla Teologia della liberazione e aver contemporaneamente ostentato simpatie fortissime verso dittatori sanguinari sud americani, come Pinochet.

Nessuno accenno nella lettera alle pressioni papali perché il dittatore cileno non fosse processato, causa malattia, e nel 99 per la plateale richiesta di concedere perdono per i crimini da lui commessi.

Così come, nessun accenno al fatto che lo stesso papa abbia tentato di giustificare i crimini dei generali argentini al punto che le Madres de Plaza de Mayo (l’associazione delle madri delle vittime sparite durante il regime dittatoriale) con una lettera giunsero ad augurarsi che, da morto, Wojtyla non ricevesse il perdono di Dio e andasse all’inferno.

Papa Wojtyla

Miti e leggende dell'Antico Testamento (La “mala” religione) 41

Oggi la geologia conferma che, allorché si formarono il mar Nero e il mar Mediterraneo, si verificò un'enorme inondazione, una specie di improvviso e gigantesco fronte di acqua impetuosa che si abbatté nel Medio Oriente, allora fittamente popolato, e che questo evento eccezionale e terrificante, depositato nella memoria dei popoli antichi, sia stato alla base di questa leggenda, trasformata dalla Bibbia in un'ennesima punizione divina.

Su questo racconto biblico le amenità si sprecano. Accennerò ad alcune di esse a mo' d'esempio. Anzitutto, Noè costruisce l'arca in pieno deserto con l'aiuto di pochi familiari, e la costruisce così grande (150 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 15 di altezza) da uguagliare la stazza di un moderno transatlantico.

Come avrà fatto e come si sarà procurato l'immenso materiale occorrente? E per quanto riguarda gli animali, chi li radunò davanti all'arca e in numero così grande? "D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra " (Genesi 7,23).

Un numero stratosferico! E per il nutrimento di quel giardino zoologico galleggiante? E per accudire quella massa d'animali? Facevano pure i loro bisogni! E pensare che molti, un po' dolci di sale, sono ancora convinti che sul monte Ararat ci siano i resti dell'arca di Noè!

mercoledì 30 marzo 2011

La Chiesa Cattolica sempre dalla parte degli oppressori dei diritti civili

Due anni fa, alla proposta della Francia per la depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo, fatta in sede Onu, per richiamare l’attenzione sul fatto che in ben 91 Paesi l’omosessualità è un reato e in 19 di questi viene punita anche con la pena di morte, la Santa Sede si è scandalosamente opposta perché secondo essa l'omofilia va proibita e punita.

Un’opposizione che ha lasciato interdetti gli Stati europei convinti, a torto, che il Vaticano, ispirato dall’esempio di Cristo, fosse sempre e in ogni caso disponibile per la difesa dei deboli, dei maltrattati, degli indifesi, perché questa è la condizione degli omosessuali in quei Paesi dove rischiano la galera o la morte autorizzata dallo Stato.

Un atteggiamento, quello delle gerarchie della Chiesa Cattolica, che ha pesanti conseguenze anche sulla vita dei gay e delle lesbiche in Italia, alimentando una cultura omofoba ben radicata anche qui da noi e che si traduce nelle aggressioni e nei pestaggi che avvengono, ormai, con frequenza crescente.

L'opposizione del Vaticano alla proposta di mettere fine alle violenze e discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale si è ripetuta anche pochi giorni fa a Ginevra alla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite quando è stata depositata, da parte della Colombia, una proposta in tal senso.

Nel testo introdotto dal Paese sudamericano si esprime grande preoccupazione per le discriminazione della comunità LGBT /Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) in ogni regione del mondo. Le violazioni dei diritti umani nei loro confronti includono omicidi, stupri, torture e persecuzioni penali.

Il documento appoggiato con entusiasmo da tutti i grandi Stati europei e Nord e Sudamericani, è stato snobbato dalle potenze con diritto di veto, Russia e Cina, e bocciato dal Vaticano che così si è associato agli Stati che calpestano i diritti umani e civili.

Nella Commissione l’Arcivescovo Silvano Tomasi dell’Osservatorio Permanente presente alle Nazioni Unite, ammantando un vittimismo furbo e ipocrita, derivato dal suo dogmatismo che fa scendere i precetti morali da un dio inventato e ignora i veri diritti umani e civili che derivano invece dall'uomo, volendo far passare per martiri i carnefici si è profuso in una assurda difesa di coloro che sostengono l'omofobia sostenendo che sarebbero vittime di discriminazione.

Duro il commento di Paolo Patanè presidente dell’ Arcigay. “Negare il diritto all’integrità fisica, alla felicità, alla piena cittadinanza di lesbiche, gay e trans significa lavorare contro il progresso sociale e civile ed agire contro i diritti umani fondamentali.

"Se ne ricordi monsignor Tomasi, e chieda perdono per questo ennesimo vergognoso atto farisaico e dogmatico che chiude gli occhi di fronte all’ingiustizia e giustifica la violenza di chi discrimina ed uccide, pur di salvaguardare la “purezza” della dottrina cattolica.”

Arcivescovo Silvano Tomasi

Miti e leggende dell'Antico Testamento (La “mala” religione) 40

Per i cristiani dei primi secoli Eva, cioè la donna, era la seduttrice dell’uomo, la ianua diaboli (la porta del diavolo), la peccatrice per antonomasia. Tertulliano, Padre della Chiesa scrive, infatti, a questo proposito: “A causa tua (Eva, donna) il Figlio di Dio dovette morire. Tu dovresti sempre essere vestita a lutto con stracci”.

Ecco spiegato perché giudei e cristiani, fino all’altro ieri, hanno sempre considerato la donna inferiore all’uomo e, ancor oggi, non la ritengono degna di rivestire cariche sacerdotali e religiose.

Abbiamo mai visto, infatti, una donna sacerdote o rabbino? Non dimentichiamo che ancor oggi gli ebrei ortodossi, di sesso maschile, iniziano la loro liturgia mattutina ringraziando dio di non essere nati femmine.

Proseguendo nell'analisi spicciola delle altre leggende bibliche notiamo che quella del diluvio racconta un'altra suprema punizione divina per la malvagità degli uomini. È questo un tema ricorrente nella Bibbia che ci mostra Jahvè perennemente invaso dalla sete di vendetta.

Anche in questo caso si tratta di una leggenda presa dalla mitologia babilonese e quasi identica, fin nei minimi particolari, all'epopea di Gilgamesh, datata circa tre millenni a.C. (James George Frazer, Folk-lore in the Old Testament, vol. I, pagg. 104-36)

martedì 29 marzo 2011

Il ddl Calabrò che propone una legge liberticida, incostituzionale, sgrammaticata, truffaldina e menzognera, sta per essere approvato.

Ad aprile è previsto il voto sul ddl Calabrò alla Camera riguardante il testamento biologico. La discussione parlamentare si sta incentrando su due nodi fondamentali: alimentazione e idratazione artificiali, che in quanto «sostegno vitale» non possono «formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento», e il ruolo centrale del medico, non vincolato a tener conto delle indicazioni del paziente.

Questo disegno di legge, nonostante l'opposizione delle forze laiche, verrà sicuramente approvato, e la legge che ne sortirà sarà una legge liberticida, incostituzionale, sgrammaticata, truffaldina e menzognera, basata su un’ideologia religiosa che porta a ignorare i principi fondamentali della nostra Costituzione.

L'incostituzionalità è senz'altro il punto cruciale della legge, più volte evidenziato dai partiti di opposizione ma mai preso in seria considerazione. Solo l’IdV ha sollevato la pregiudiziale di costituzionalità e finora è il primo e unico partito ad aver fatto qualcosa di tangibile contro questo disegno di legge.

Infatti sulla incostituzionalità della legge parla chiaro l’articolo 32 della Costituzione che recita: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Varata in fretta per l’impellenza di ottenere il “perdono” della Chiesa per gli scandali di letto di Silvio Berlusconi, questa legge-obbrobrio potrà essere contrastata seguendo la via della class action come si sta facendo per la legge 40 sulla procreazioni assistita. Ma ci vorranno tempi lunghi.

Nel frattempo sarebbe utile che i cittadini provvedessero a registrare e depositare il proprio testamento biologico, perché è comunque una dichiarazione di volontà che in un eventuale sfortunato futuro, eviterà di dover ripercorrere l’iter legale di Englaro per poter provare le proprie posizioni in fatto di autodeterminazione.

Io l'ho fatto e il mio medico l'ha accettato senza battere ciglio. La beffa maggiore di questa legge è che nell’appello del 12 marzo lanciato dal quotidiano Avvenire al Parlamento sul fine vita, il giornale dei vescovi  usa per due volte la parola laico e definisce il ddl Calabrò «realmente liberale».

Alla Chiesa che usa la spudoratezza di dichiarare laica e liberale una proposta che priva i cittadini della libertà di decidere della propria vita vale al pena di ricordare che alla base della laicità c’è il rispetto dell’autonomia decisionale, indipendentemente da ogni condizionamento ideologico, morale o religioso.

Ma il fatto di svincolare la libertà dall’ideologia religiosa è sempre stato considerato satanico dal Vaticano che per secoli ha gestito i suoi fedeli con minacce, punizioni, restrizioni, sottomissioni e diktat.

Sono loro gli unici detentori del saper vivere, sono loro che ci devono imporre come pensare, pregare, far figli, amare, nascere e morire. Per il Vaticano la sana laicità è costringere la classe politica in suo ostaggio ad imporre i suoi precetti religiosi come legge dello Stato.

Miti e leggende dell'Antico Testamento (La “mala” religione) 39

Ma come è potuta nascere una leggenda simile? Senz'altro come risposta mitica al problema fondamentale che assillava l'uomo antico, cioè l'origine del male, delle sofferenze e della morte.

Ed ecco, allora, prima l'invenzione di un qualche dio e poi della disobbedienza fatale ad una sua proibizione, per giustificare l'ingrato destino riservato all'uomo. È significativo che anche la mitologia greca ricorra ad un mito, quello del vaso di Pandora, per dare una spiegazione dell'origine del male.

Pandora, come Eva, disobbedendo all'ordine divino, apre il vaso fatale datole da Zeus e contenente tutti i mali della Terra, compresa la morte, e subito questi mali fuoriescono e invadono il nostro pianeta.

Solo che una simile spiegazione infantile dell'origine del male, giustificabile in un'era primordiale in cui l'umanità viveva immersa nel favoloso, è stata accettata ad occhi chiusi, senza la minima remora razionale, dagli estensori della Bibbia, e considerata valida fin ai nostri giorni, nonostante gli enormi sviluppi della cultura e della scienza.

Ancor oggi, infatti, milioni di cristiani, spesso con tanto di laurea in tasca, credono più o meno ciecamente alla favola del paradiso perduto e alle sue derivazioni assolutamente irrazionali, nonostante un secolo e mezzo di evoluzionismo darwiniano che la nega ineluttabilmente.

Il cristianesimo, poi, è stato il massimo fruitore della stessa perché l'ha messa a giustificazione dell'immolazione di Cristo per la redenzione dell'umanità. Tutta la religione cristiana, infatti, si fonda su questo mito irrazionale e infantile, al punto che il suo sacramento fondamentale, il battesimo, ha lo scopo di toglierci la tara primigenia che tutti noi ereditiamo alla nascita.

La decodificazione di questo mito ci fa comprendere non solo che è stato posto, come abbiamo visto, a fondamento del cristianesimo, ma che per suo mezzo è stata decretata la superiorità fisica e morale dell’uomo sulla donna.

E questo per due ordini di motivi. Anzitutto perché, come osserva Erich Fromm, qui l’uomo non viene partorito dalla donna ma è la donna ad essere creata dall’uomo, come una derivazione postuma fatta a suo uso e conforto.

In secondo luogo, perché con la sua disobbedienza Eva viene considerata responsabile del male del mondo e della necessità, per il figlio di dio, di immolarsi sulla croce per riparare questa colpa primordiale.

lunedì 28 marzo 2011

Genova, dal 5 al 9 maggio, capitale europea dell'incredulità

Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, su invito di Benedetto XVI ha creato recentemente una fondazione nel suo dicastero, aperta agli atei, chiamata “Il Cortile dei gentili”, avente lo scopo di creare una rete di persone agnostiche e atee che accettino di discutere che “ la teologia ha dignità scientifica e statuto epistemologico”.

Lo scorso 12 febbraio, presso l’Università di Bologna, questa fondazione è stata presentata ufficialmente. Solo che il cardinale Ravasi, per l'occasione, ha scelto interlocutori di comodo e ha escluso l'Uaar, l’unica associazione di atei e agnostici riconosciuta dal ministero, l’unica rappresentante italiana nelle federazioni internazionali di non credenti, l’autrice del blog ‘religioso’ più seguito d’Italia, con il sito ateo più visitato d’Italia e la rivista atea più letta d’Italia.

Il Cortile dei Gentili, quindi si prefigura come una fondazione aperta esclusivamente agli atei devoti, piuttosto numerosi in Italia, ma preclusa,invece, agli atei veri che considerano la teologia la scienza del nulla, basata sulle favole in quanto la religione è un insieme di credenze infondate, che nessuno è mai riuscito a dimostrare come oggettivamente valide.

E la risposta degli atei italiani è arrivata puntuale. Per quattro giorni tra il 5 e il 9 maggio prossimi, Genova, la città del cardinale Bagnasco, presidente della Cei, e degli ateobus negati, diventerà la “capitale dei non credenti” perché accoglierà il congresso dei rappresentanti delle associazioni atee e razionaliste del vecchio continente.

Sono previsti gli interventi di personaggi del calibro di Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi, Paolo Flores d’Arcais e Giulio Giorello, ma la carrellata di ospiti non finisce qui. Si susseguiranno ogni giorno conferenze di illustri personaggi, sia italiani che stranieri, tra i quali il presidente della Federazione umanista europea David Pollock.

Raffaele Carcano, segretario UAAR, spiega: «Nel mondo attuale l'individuo è chiamato a vivere senza Dio o, per essere più precisi, sapendo che non ci si può affidare a congetture sulla sua esistenza». Gli esseri umani sono dunque chiamati «a una sfida nuova, a costruire una morale che prescinda da quelle che, fino a pochi anni fa, qualcuno preconfezionava per loro».

Una sfida unica e impegnativa, su cui si confronteranno i relatori. Non esistono precedenti di così alto livello, in Italia, di eventi legati al mondo dell'incredulità. La manifestazione gode del patrocino del Comune di Genova.

Genova

Miti e leggende dell'Antico Testamento (La “mala” religione) 38

Anche se i miti e le leggende dell'Antico Testamento sono delle favole infantili dobbiamo partire da essi per comprendere le assurdità delle tre religioni monoteistiche del mondo odierno: ebraismo, cristianesimo e islam.

Tralasciamo la mitica creazione del mondo in sette giorni e soffermiamoci invece sulla favola di Adamo ed Eva che, come vedremo nel decodificarla, ha avuto conseguenze catastrofiche per gran parte dell'umanità.

Cominciamo col dire che essa altro non è che l'aggiustamento ebraico di una leggenda sumerica che troviamo nel "Cilindro della tentazione", conservato al British Museum di Londra, e datato al 3000 a.C.

Ciò a dimostrare che la storia del frutto proibito risale ad alcuni secoli prima che nascesse Abramo, il millantato progenitore del popolo ebraico, e il presunto fondatore del monoteismo, da cui discende anche il cristianesimo.

La leggenda sumerica coincide quasi alla perfezione con quella biblica: il primo uomo fu creato in un giardino paradisiaco lambito dall’Eufrate e la donna, sua compagna, nacque da una sua costola. Pur non mangiando alcun frutto proibito, la coppia, per aver disobbedito al dio Marduk, viene punita ed espulsa dal giardino delle delizie.

Questa favola, apparentemente innocua, ha determinato delle conseguenze enormi su gran parte dell'umanità perché, dopo essere stata inventata dai sumeri, è stata inserita tale e quale dagli ebrei nella Bibbia come rivelazione divina, cioè come verità assoluta rivelata da dio in persona, e accettata come tale fino al XIX secolo dalla stragrande maggioranza degli occidentali.

domenica 27 marzo 2011

Di regola, ciò che non si vede disturba la mente degli uomini assai più profondamente
di ciò che essi vedono.
Giulio CESARE

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 61

Quando rientrò nelle sue stanze, Davide trovò, con sorpresa, Ciù Quo che lo stava aspettando. Era accovacciato in un angolo, immerso nella meditazione, e Kipa, molto sbalordita, mostrava di non sapere come comportarsi con un personaggio così strano. Il maestro fece allontanare la ragazza e appena furono soli cominciò a parlare. Non aveva il solito sorriso enigmatico sulle labbra ma un tono grave, quasi austero.

"Ti avevo annunciato, la prima volta che ci eravamo visti in questa casa" cominciò, "che ti volevo incontrare in privato per completare le mie rivelazioni sul tuo conto. È giunto il momento di farlo".
"A quest'ora di notte?" chiese Davide meravigliato.
"Le cose importanti non hanno orario" rispose asciutto Ciù Quo. "Questo è il tuo ultimo giorno di permanenza in questa casa. Dopo quanto è accaduto oggi, il tuo soggiorno qui sarebbe dannoso alla tua evoluzione e potrebbe compromettere seriamente il tuo progetto di vita".

"Il mio cosa?" chiese Davide, fingendo di non saper di che cosa si trattasse.
"Il tuo progetto di vita" ripeté il maestro, quasi sillabando le parole. "Ora ti spiegherò di che si tratta" aggiunse con pazienza. "Ognuno di noi prima di nascere, sceglie sia le modalità della sua nascita (e quindi anche i genitori), sia i compiti e le esperienze che dovrà attuare nel corso della sua nuova vita per progredire nello sviluppo spirituale. Durante l'infanzia e l'adolescenza, pur non ricordando niente del suo progetto di vita, manifesta delle attitudini, dei desideri, dei comportamenti, che lo predispongono alla realizzazione di quanto si era prefissato.

"Così ci accorgiamo presto delle tendenze di un bambino per l'arte, la musica o altre vocazioni. Verso la maturità, ma in taluni casi anche molto prima come accadde all'Illuminato, il progetto di vita, sotto forma spesso di una vocazione prorompente, si appalesa in tutta la sua chiarezza e urge di essere realizzato. Ma soltanto una piccola parte degli uomini riesce ad attuarlo totalmente e sono quelli che hanno raggiunto un alto grado di sviluppo nelle vite precedenti.

"La massa, invece, riesce a realizzarne appena una piccola parte. Ora tu, ieri, ma forse anche in altre occasioni del passato, hai dato una chiara manifestazione di quanto sei predisposto ad attuare nel corso della tua vita. Nonostante questo, ancora non hai chiara nella mente la tua futura missione. Sai bene, perché ti è stato predetto da altri, che si tratta di un compito importantissimo. Sei destinato, infatti, a dare una mano alla nuova tappa evolutiva che determinerà un cambiamento di rotta radicale per gran parte dell'umanità.

"Ma le modalità con cui dovrai attuarla ti sono ancora oscure. Per questo devi dedicarti alla sua realizzazione con la massima determinazione, fin da subito. Rimanere ancora qui, anche per un periodo limitato, dopo il tuo prodigio di ieri, comprometterebbe l'esito della tua missione. Perciò dovrai andartene il più presto possibile. Domani, all'alba, una carovana partirà per la Terra dei Caldei. Qualcuno, ma non chiedermi chi, ha già prenotato un posto per te. Dovrai andartene senza salutare nessuno, nemmeno Nefer e Kabila. Anche il tuo amico Giuda deve rimanere all'oscuro della tua partenza" .

"Questo non è possibile" disse Davide preoccupato. "Non posso lasciare il mio amico, solo, in una terra per lui sconosciuta. Sarebbe un tradimento e non me lo perdonerebbe mai".

"Costui, pur essendo molto meno evoluto spiritualmente di te" continuò Ciù Quo, " è destinato ad avere un compito determinante per la riuscita della tua missione e al momento opportuno lo rincontrerai e tornerete insieme. Ma per il momento lo devi lasciare. D'altra parte sta passando momenti meravigliosi e sarebbe inopportuno sciuparglieli. Penserò io a fargli sapere, tramite persona di fiducia, ogni cosa e a predisporre, quando sarà il momento, il suo rientro in Giudea".

sabato 26 marzo 2011

La BBC News prevede l’estinzione della religione in nove paesi occidentali.

Applicando modelli statistici all’evoluzione religiosa, gli studiosi Richard Wiener, Haley Yaple e Daniel Abrams ritengono che, stante l’andamento attuale, quasi universale, dell'aumento dei non credenti nei Paesi democratici più pesantemente toccati dalla secolarizzazione, l'ateismo sia in forte aumento e ciò determini una ravvicinata estinzione della religione.

Il modello matematico che analizza i dati forniti dai censimenti effettuati in nove Stati mostra come il sentimento religioso sia in drastico calo giacché si assiste a un incremento esponenziale di chi dichiara di non vantare alcuna affiliazione religiosa. Il risultato indicato è uno: la religione si estinguerà.

Ma quali sono le nazioni in cui le credenze se la passano male? Ha spiegato il dottor Wiener: Australia, Austria, Canada, Finlandia, Irlanda, Nuova Zelanda, Olanda, Repubblica Ceca e Svizzera. E ha aggiunto che in queste moderne democrazie, c’è un trend di persone che si identificano come non affiliate ad alcuna religione. In Olanda questa percentuale è del 40%, mentre nella Repubblica Ceca la percentuale sale addirittura al 60%.”

Questo studio metterà di buonumore molti senza Dio che considerano le religioni un flagello oscurantista che sottopone gran parte dell'umanità ad ignobili oppressioni fisiche, psichiche, morali e intellettuali, e affligge il mondo con intolleranze, persecuzioni, crociate, guerre sante e discriminazioni di ogni genere.

Da esso si evidenzia che maggiore è l’indice di sviluppo umano, minore è la religiosità di un determinato Paese. Traducendo: più si è intelligenti e evoluti, cioè più si è civili, colti, istruiti, organizzati, sviluppati e umani, meno si è vittime delle tenebre religiose.

E l'Italia? Col Vaticano in casa e con venti secoli di papismo sulla groppa sarà l'ultimo Pese europeo a vedere la luce. Purtroppo!

Le religioni del Libro (La “mala” religione) 37

Le tre rivelazioni, ritenendosi dirette emanazioni divine, si considerano inalterabili nel tempo e quindi non soggette a variazione o a evoluzione. Fossilizzate per l'eternità. Ma le società si evolvono a ritmo sempre più veloce e inarrestabile.

La scienza, a sua volta, avanza in modo talmente rapido, che la mente umana non riesce quasi a seguirla, e la tecnologia ci presenta ogni giorno strumenti sempre più avanzati e sofisticati, che ci consentono di ampliare di continuo la nostra conoscenza.

Molte delle nuove conoscenze che l'uomo acquisisce quotidianamente si annunciano diverse, se non completamente contrarie, rispetto alle vecchie conoscenze religiose. Così gran parte dell'umanità di oggi si adatta a vivere in una specie di bicameralità conoscitiva, accettando da un lato la validità oggettiva e razionale della scienza e, dall'altro, l'irrazionalità e l'assurdità della credenza religiosa.

Una dicotomia che equivale ad una forma di schizofrenia, per cui uno si comporta da biologo evoluzionista in laboratorio e da creazionista bigotto in chiesa. In altre parole: lascia convivere nella sua persona due verità opposte e inconciliabili, la prima da “homo sapiens”, che per essere tale deve tutto vagliare col suo cervello razionale, la seconda da “homo insipiens” ancora avvolto nel pensiero magico e fabuloso del cavernicolo.

Tutte le religioni antiche hanno prodotto testi sacri che in parte ci sono stati tramandati. Ma è la Bibbia, matrice dei tre monoteismi che attualmente dominano il mondo, il libro più sacro e venerato dell'Occidente.

La sua fama, però, è del tutto mistificatoria, perché deriva dal fatto che nessuno legge questo obbrobrioso libro nella sua interezza e tutti ignorano le centinaia di pagine in cui Jahvè si mostra come il dio più vendicativo e sanguinario che l'uomo abbia mai inventato.

In questo capitolo vogliamo decodificare i miti che sono alla base del sacro testo, mostrare le loro assurde incongruenze, e togliere la maschera dietro la quale il dio biblico nasconde la sua ferocia.

venerdì 25 marzo 2011

Le dichiarazioni di De Mattei a Radio Maria sviliscono e mettono in ridicolo il nome del CNR.

Che la idiozia, che considera le catastrofi naturali punizioni divine, scatenate dall’inquinamento spirituale, esca dalla bocca di esimi ecclesiastici rientra nella norma, dato il loro oscurantismo cerebrale che si basa su un dio inventato e mai dimostrato.

Ma che il vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roberto De Mattei, dichiari a Radio Maria (bel pulpito per uno scienziato!), che il disastro giapponese rientra nel disegno divino e potrebbe essere una “esigenza della giustizia di Dio”, dimostra, al di sopra di ogni dubbio, l'infimo livello intellettuale che può raggiungere uno sedicente scienziato, oscurato dai paraocchi religiosi.

Rifacendosi alle recenti dichiarazioni di mons. Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro, questo esimio creazionista, imposto dal Ministero dell’istruzione università e ricerca alla vicepresidenza del CRN, con l'appoggio del Vaticano, ma con grande disappunto dei veri scienziati, ha dichiarato, senza tema del ridicolo, “Le grandi catastrofi sono la voce terribile ma paterna della bontà di Dio che richiama al fine ultimo della nostra vita.

"Se la Terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile e dimenticheremmo troppo facilmente che noi siamo cittadini del cielo”. E ha aggiunto papale papale che “le catastrofi sono i giusti castighi di Dio” in quanto “alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni”.

Dichiarazioni intollerabili nella bocca di un vescovo ma demenziali in quella di uno scienziato che occupa una posizione alta in un posto che è ovviamente incompatibile con queste idiozie.

Oggettivamente parlando, qui non è questione di fede o no, ma ammettere che i deliri apocalittici non hanno niente a che vedere con le placche che collidono.
Questo tristo figuro, affetto da “delirio paranoico e sado-masochista” degno delle peggiori tenebre millenariste dell’alto Medioevo, continua a renderci ridicoli agli occhi della scienza mondiale.

Qualche tempo fa ha organizzato un assurdo “convegno creazionista” al CNR, gettando questo ente nel totale discredito internazionale e suscitando proteste durissime dall'intero mondo scientifico.

Roberto De Mattei

Le religioni del Libro (La “mala” religione) 36

Qualcuno, considerando molto recenti le tre rivelazioni, rispetto all'umanità antica, potrebbe obiettare: come mai dio ha deciso di rivelarsi solo qualche migliaio di anni fa?

Perché si è svegliato così tardi? L'umanità vissuta prima delle tre rivelazioni che fine ha fato, dove è stata buttata? Era o non era da salvare? Se sì, dio si è comportato con suprema ingiustizia nei suoi confronti, negandole di fatto la salvezza. Se no, vuol dire che la rivelazione era una favola.

E come conciliare la cacciata dall’Eden, il diluvio universale e tutte le altre cattiverie usate da dio contro l'umanità peccatrice nell'antichità, con la misericordia usata verso l'umanità recente, salvata dal sacrificio sulla croce del suo diletto figlio?

E, infine, come mai dio invece di prendersela con gli uomini peccatori, non gli ha creati perfetti come gli angeli? A lui non costava nessuna fatica e per di più evitava di sacrificare il suo figlio prediletto per la loro salvezza. Se l'uomo è così imperfetto, la colpa di chi è? Domande rimaste sempre senza risposta.

giovedì 24 marzo 2011

Sempre più religione nelle elementari e sempre meno cultura.

Si sta completando la riforma della scuola elementare. Dopo il taglio agli organici di 28 mila cattedre, a settembre il personale verrà sforbiciato di altri 9 mila posti e si entrerà nel terzo anno dell'era Gelmini.

Ma come sarà la scuola elementare in futuro nel nostro Paese? Sempre più retrograda e oscurantista e sempre meno istruttiva. I bambini studieranno più religione a danno delle altre materie formative, come ad esempio l'inglese. Ma non è l'unico inghippo.

Dal prossimo anno non ci saranno più insegnanti specialiste di Inglese: le 4 mila e 700 docenti rimaste in servizio quest'anno, residuate dal contingente di 11 mila e 200 di alcuni anni fa, saranno impiegate come insegnanti comuni.

Prenderanno il posto di insegnanti di inglese altrettante maestre di ruolo ordinario, non in possesso della laurea in lingue straniere, ma specializzate attraverso un corso blended di 340 ore e senza mai essere state all'estero per perfezionare un minimo di pronuncia.

I piccoli si ritroveranno quindi di fronte insegnanti che hanno imparato l'Inglese in fretta e furia e magari, in qualche caso, dovranno correggere la pronuncia della maestra. Perché è chiaro che avremo un inglese a pronuncia variabile, a seconda dell'accento regionale.

Ma perché un'insegnante di posto comune può imparare ad insegnare l'Inglese e non la religione? Semplice. Perché i vescovi vogliono imporre insegnati con la certificazione rilasciata da loro. Naturalmente inseriti in ruolo senza concorso. Sono in migliaia i fortunati, pagati dallo Stato ma scelti dai vescovi, e intanto i precari si mangiano il fiele.

L'insegnamento della religione nella scuola pubblica gestita da uno Stato laico è chiaramente antidemocratico.

Anche se il cattolicesimo è scalzato de facto dal trono di religione di Stato in base al nuovo concordato del1984, l’insegnamento della religione cattolica (IRC), teoricamente facoltativo, è in pratica imposto in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, vista l’innegabile discriminazione che si viene a creare nei confronti degli altri credo religiosi, che non hanno la possibilità di gestire un insegnamento specifico dei propri principi cultuali nelle scuole statali.

La natura facoltativa dell’insegnamento è un eufemismo perché l’applicazione della norma che garantisce a chi non si avvale di IRC un’ora alternativa è assai lacunosa. La conseguenza, nella maggior parte dei casi, è che le famiglie sono costrette ad optare per un insegnamento di cui non condividono i principi, pur di non far piombare i loro figli nel limbo della nullafacenza.

Le religioni del Libro (La “mala” religione) 35

Gli ebrei sostengono che il loro dio Jahvè, essendo stato il primo a rivelarsi, è quello autentico.

I cristiani affermano che Gesù (un messia fallito, fatto crocifiggere dai romani come un ribelle), incarnandosi come figlio di dio e facendosi crocifiggere per redimere l'umanità dai peccati è il vero dio.

I musulmani ritengono che ebrei e cristiani non abbiano colto la vera rivelazione di dio e che questa fu concessa solo a Maometto. Solo l’Islam, affermano, è depositario della rivelazione ultima e finale della parola di dio, l’eccelsa somma di tutti gli spiragli di verità concessi alle altre fedi.

Queste affermazioni di assolutezza implicano la reciproca negazione di validità, per cui Jahvè, Cristo e Allah non possono essere considerati contemporaneamente veri. Possono, invece, essere considerati contemporaneamente falsi.

Dal momento poi che ognuna di queste tre religioni si attribuisce il monopolio della verità, automaticamente diventa nemica irriducibile delle altre due, che considera false, e quindi rifiuta ogni dialogo e giustifica un'eterna guerra di religione. Come sta accadendo ai giorni nostri.

mercoledì 23 marzo 2011

Nel suo libro Ratzinger presenta il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il Gesù storico in senso vero e proprio.

“Il Signore è veramente risorto. Egli è il vivente” scrive categorico Ratzinger nel suo nuovi libro, confondendo i Vangeli, che sono romanzi teologici, per documenti storici.

È chiaro che, con questo criterio, qualunque religione può decidere cos’è successo “veramente”, cioè storicamente, sulla base della propria mitologia. E il metodo storico, dove lo mettiamo? Cosa ci dice la ricerca storico-critica? Che per essa Gesù non è mai esistito. Tutti gli storici contemporanei (circa una quarantina): ebrei, greci e latini lo ignorano senza eccezione.

I pochi scrittori latini che accennano al cristianesimo: Tacito, Plinio il Giovane e Svetonio, non nominano mai Gesù. Il silenzio tombale su di lui riguarda anche i tre massimi storici ebrei che narrano, fin nei minimi dettagli, gli avvenimenti della Palestina da Erode il Grande alla caduta di Gerusalemme.

Mi riferisco a Filone Alessandrino, che fu contemporaneo di Gesù e che da Alessandria tornava molto spesso a Gerusalemme per frequentare il Tempio. Egli nei suoi numerosi scritti, circa una cinquantina, denunciò la crudeltà di Pilato e ci fornì molte informazioni sugli esseni, ma ignorò totalmente Gesù anche se gli sopravvisse per vent'anni.

Lo storico ebreo Giusto di Tiberiade tace di Gesù esattamente come Filone E il fatto appare tanto più singolare, in quanto si tratta non solo di un contemporaneo di Gesù, ma anche di un suo conterraneo, che abitava a Tiberiade, non lungi da Cafarnao, dove Gesù ebbe spesso il modo di dimorare.

Eppure, nella sua cronaca, che va da Mosé agli anni in cui vide la luce il Vangelo di Giovanni, non compare nessun Gesù. Il patriarca di Costantinopoli Fozio che poté leggere la sua intera opera, pervenutaci in frammenti, si rivela meravigliato del silenzio di questo storico.

Infine, Giuseppe Flavio, nato poco dopo la crocifissione di Gesù, intorno al 93 pubblicò le sue Antichità Giudaiche, che vanno dalla creazione del mondo fino ai tempi di Nerone, nelle quali registrò, con estrema pignoleria, anche gli avvenimenti più insignificanti.

, benché menzioni Giovanni il Battista, Erode e Pilato, e dia notizie dettagliatissime anche sui minimi particolari della vita politica e sociale del tempo, omette completamente qualsiasi accenno a Gesù.

Come è potuto accadere che nessuno di costoro si sia accorto della presenza del Salvatore dell'umanità? E come è potuto accadere che le mirabolanti vicende a lui attribuite dai Vangeli siano passate del tutto inosservate anche ai molti testimoni stranieri che frequentavano la Palestina?

Semplicemente perché quella di Gesù è una figura mitologica, come ritiene la maggior parte degli studiosi, inventata da Paolo di Tarso e calata sulla figura di un Messia fallito, crocifisso dai romani.

Le religioni del Libro (La “mala” religione) 34

Purtroppo, milioni di cristiani, oltre naturalmente gli ebrei, ritengono che questo libro, pur così assurdo, infantile, crudele, immorale e privo di una pur minima conoscenza scientifica, sia stato scritto da una divinità onnisciente, onnipotente e onnipresente, e lo ritengono la fonte infallibile dei nostri principi morali e delle nostre regole di vita.

Evidentemente si sono limitati a dargli qualche fugace sbirciatina, perché se lo avessero letto nella sua interezza, lo avrebbero considerato un libro obbrobrioso e tutt'altro che divino.

La Chiesa Cattolica, infatti, nella sua infinita saggezza (o meglio scaltrezza), pur considerando la Bibbia ebraica rivelata da dio (affermazione ribadita anche dal Concilio Vaticano II del 1965), ne ha proibita la lettura ai fedeli fin dal Concilio di Tolosa del 1229, ben consapevole della sua pericolosità.

Con la nascita del cristianesimo, avvenuta venti secoli fa, alla Bibbia ebraica si è aggiunto un altro libro sacro: il Nuovo Testamento, considerato da molti cristiani rivelato da dio, al pari della Bibbia.

Infine, con la nascita dell'Islam (14 secoli fa) abbiamo avuto il terzo libro sacro: il Corano, considerato rivelato dalla totalità dei musulmani. Quindi i libri sacri sono tre: la Bibbia ebraica o Vecchio Testamento, il Nuovo Testamento e il Corano, tutti e tre considerati rivelati.

Come è possibile che queste tre rivelazioni siano contemporaneamente vere? Almeno due di esse dovrebbero essere false. Quali? Impossibile saperlo dal momento che ciascuna delle tre si considera l'unica vera depositaria della parola di dio e giudica le altre due delle supreme impostu

martedì 22 marzo 2011

La cittadinanza del crocifisso nelle aule? Una vittoria di Pirro per la Chiesa. Una debacle per l'Europa laica.

La sentenza di Strasburgo induce ad alcune riflessioni. Anzitutto la Grande Camera ha giudicato il crocifisso talmente insignificante che non può fare né male né bene. È chiaro che questa insignificanza riduce il crocifisso a «simbolo passivo» che non ha forza di «indottrinamento» e lo derubrica a simbolo meramente culturale, oltre tutto imposto nel nostro Paese in base a una circolare del periodo fascista.

Secondo me ciò rappresenta per le gerarchie cattoliche una vittoria di Pirro e ci fa conoscere la povertà di spirito di una Chiesa ridotta a ripiegare su questo argomento, quando il crocifisso è esattamente il simbolo della sua dottrina.

In secondo luogo la corale esultanza per questa sentenza gesuitica e confessionale da parte della quasi totalità della classe politica italiana, codarda e genuflessa, ci fa comprendere quanti anni luce essa sia lontana dai padri risorgimentali che hanno fatto l'Italia sognandola laica e non più offuscata dall'oscurantismo cattolico.

In terzo luogo va denunciato il comportamento fraudolento del governo italiano che per ottenere un pronunciamento favorevole ha garantito ai giudici di Strasburgo che nelle scuole pubbliche italiane sono rispettate tutte le religioni, persino che si può portare il velo e festeggiare il Ramadan. Argomenti sul pluralismo che non corrispondono alla pratica che conosciamo e che la Grand Chambre, che non aspirava ad altro che a crederli, se li è fatti andare bene.

Infine, a commentare in tutta la gravità la sentenza di Strasburgo ecco la dichiarazione di Soile Tuulikki Lautsi, protagonista della denuncia: «In 28 anni di permanenza in Italia, mi sono sentita oppressa da una religione cattolica che entra in casa e pervade i programmi televisivi per condizionare ogni messaggio educativo». E si è detta tentata dal desiderio di andarsene coi suoi figli, per vivere da persone libere in un altro Paese, dove la diversità sia riconosciuta come un valore.

E concludo citando Walter Peruzzi (Cronache laiche 19 marzo): “Di fronte a una religione fondamentalista come il cattolicesimo, che pretende di imporsi a chi la rifiuta, un atteggiamento “laico” non basta.

"E’ necessario entrare nel merito, combattere la dottrina cattolica come tale, mostrandone la falsità e l’immoralità; screditare le fiabe che contrabbanda per dogmi; spiegare che essa è per un decimo luoghi comuni penosi, e per i nove decimi un insieme di norme spesso contrarie ai diritti umani, che la storia della Chiesa è un’ininterrotta serie di ribalderie.

"Occorre anche demitizzare la figura-rifugio del Cristo, modesto rivoluzionario di altri tempi, trasfigurato dalla Chiesa in un ciarlatano pericoloso, che vende fumo ai poveri per “sistemare la casa” (come disse acutamente Agostino) ai ricchi.

"Occorre demistificare e screditare il cattolicesimo perché, in Italia e in Europa, molto difficilmente ci saranno giudici disposti a portare fino in fondo una lotta per la laicità delle istituzioni, finché la Chiesa cattolica non sarà stata emarginata. Non c’è laicità senza scattolicizzazione".

Le religioni del Libro (La “mala” religione) 33

Non mancano poi nel testo episodi grotteschi e ripugnati che suscitano la nostra ironia o il nostro disgusto. Per non dilungarmi troppo farò appena qualche esempio.

Al profeta Ezechiele, per punizione, dio fa mangiare un rotolo scritto (Ezechiele 2,8-9) e poi gli impone di cuocere le sue ciambelle sopra escrementi umani.

Di fronte alle proteste del profeta, Jahvè viene a più miti consigli: “Ebbene, invece di escrementi umani, ti concedo sterco di bue: lì sopra cuocerai il tuo pane” (Ezechiele 4,9-15).

Ai filistei, che avevano catturato l’Arca, il Signore fa insorgere in loro delle dolorosissime emorroidi che suscitarono in tutta la popolazione un terrore mortale (1 Samuele 5,1-10).

A David, affinché gli sia consentito di sposare Mikal, la figlia di re Saul, viene imposto di portare in dote cento prepuzi di nemici uccisi. David supera brillantemente la prova: uccide in battaglia duecento filistei e davanti al re conta i loro prepuzi alla stregua di moneta sonante. E Saul, in premio, gli concede in moglie la figlia Mikal (1 Samuele 18,20-27).

Decisamente immorale è il comportamento incestuoso delle figlie di Lot che ubriacano il vecchio padre per unirsi a lui e generare figli (Genesi 19,30-36).

Per quanto riguarda la validità storica di questo testo, le più recenti e indiscusse scoperte archeologiche, attuate in tutto il territorio dell'antico Israele, in Siria e sul Sinai, hanno dimostrato, in modo ineccepibile, che molti eventi della storia biblica non si sono verificati nei tempi e nei modi in essa descritti, come le peregrinazioni dei patriarchi, l'Esodo dall'Egitto, la conquista della terra di Canaan e il glorioso regno unito di David e Salomone, e che alcuni degli episodi più famosi sono stati inventati di sana pianta.

Sotto il profilo letterario e poetico, infine, la Bibbia si presenta come un'opera di basso livello culturale in cui abbondano infantilismi, superstizioni, poesie rozzamente umane ed erotiche e cronache aride e inverosimili. Solo raramente brilla nei Salmi di qualche lampo di schietta sensualità orientale. Paragonata ad altri testi sacri antichi, come i Veda, o ai poemi omerici, non regge il confronto.

lunedì 21 marzo 2011

Per l'Osservatore Romano “Il diavolo esiste, che ci si creda o meno”.

L'esistenza di Satana non ha oggi molti credenti e in futuro ne avrà sempre di meno. Il suo rifiuto è in progressivo aumento anche da parte di non pochi ecclesiastici, che pur non rinnegando in modo palese Satana, di fatto ne ignorano l’esistenza, non parlandone mai nelle omelie domenicali e nelle catechesi.

Lo conferma anche Padre Gabriele Amorth che si proclama uno dei più grandi esorcisti a livello internazionale. A dire il vero uno dei pochi segugi del diavolo ancora rimasti in circolazione, visto che ormai in Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo e altri Paesi europei gli esorcisti sono letteralmente scomparsi, sostituiti da psichiatri molto più efficaci a guarire le pseudo possessioni.

“Abbiamo moltissimi preti e molti vescovi che purtroppo non credono a Satana” confessa infatti il nostro esorcista con visibile sconforto. E aggiunge: “Ci sono nazioni intere senza esorcisti: là molti vescovi non credono nel demonio e arrivano addirittura a dire in pubblico: l’inferno non esiste, il demonio non esiste”.

A dar man forte al nostro don Gabriele interviene in questi giorni l'Osservatore Romano che dà ampio risalto all'uscita nei cinema del film «Il rito» di Mikael Hafstrom, interpretato da Anthony Hopkins e con al centro la figura di un esorcista. Oltre a recensire positivamente l'opera cinematografica, il quotidiano della Santa Sede ripubblica il testo dell'udienza generale del 15 novembre 1972 in cui Paolo VI parlò del demonio.

Per l' Osservatore Romano, «Il diavolo esiste, che ci si creda o meno, e opera subdolamente per avere il sopravvento. Una realtà che alla Chiesa certo non sfugge».

Il giornale vaticano coglie l'occasione dell'uscita del film per annunciare la settimana di studi sull'esorcismo in programma dal 28 marzo al 2 aprile, a Roma e a Bologna, presso l' Ateneo Regina Apostolorum, e riprende poi, col titolo «Un agente oscuro e nemico», l'udienza del novembre 1972 in cui Paolo VI descriveva come «uno dei bisogni maggiori» della Chiesa «la difesa da quel male, che chiamiamo il Demonio», definito «Il nemico numero uno, il tentatore per eccellenza».

E concludeva: «Sappiamo così che questo Essere oscuro e conturbante esiste davvero e che con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana».

Ed io che pensavo che ammettere l'esistenza del diavolo, conosciuto anche come demonio, belzebù, satana, satanasso, lucifero, maligno, e via discorrendo, comportasse la negazione dell'esistenza di dio?

Sì, perché, parafrasando Epicuro, se dio, come dicono le Sacre Scritture, è la bontà assoluta e vuole il bene dell'umanità, ma non impedisce il male che discende da Satana, significa chiaramente che è impotente e quindi in difetto del suo massimo attributo. Se invece, è onnipotente, ma consente che Satana ne combini di tutti i colori, significa che è malvagio. Di qui non si scappa.

Le religioni del Libro (La “mala” religione) 32

Sotto l'aspetto storico-culturale, la Bibbia è un assemblaggio di antiche leggende scopiazzate da precedenti religioni, di tradizioni epiche di popoli approdati alla gloria della storia precedentemente agli ebrei, e di racconti mitologici e parzialmente storici, riferiti al popolo d'Israele.

Delle leggende (il Paradiso Terrestre, la Torre di Babele e il Diluvio universale e così via) parleremo in seguito perché sono importanti sotto il profilo teologico.

Diamo qui, invece, un piccolo cenno degli eroi mitologici che la Bibbia ci propone come protagonisti di imprese inverosimili e al di sopra di ogni immaginazione, che ricalcano l'antica mitologia greca.

Tanto per citarne alcuni: il mitico Sansone adopera una mascella d'asino, ancora fresca, per uccidere mille nemici (Giudici 13); Samgar, figlio di Anat, sconfigge seicento filistei con un pungolo da buoi (Giudici 3,31) e Is-Baal, il Cacmonita, sostiene da solo uno scontro durante il quale con la sua lancia trafigge ottocento uomini (2 Samuele 23,8).

Tutto ciò a dimostrare che la Bibbia è un insieme di miti, leggende e mostruosità, che non hanno niente a che vedere con una rivelazione divina.

domenica 20 marzo 2011

Non chiedo se credete o non credete, ma se siete pensanti o non pensanti. L’importante
è che impariate a pensare, a inquietarvi: se credenti, a inquietare la vostra fede - sarà veramente fondata? - e se non credenti, a inquietarvi della vostra non credenza - sarà veramente fondata?
Carlo Maria MARTINI

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 60

Poi, ripresosi, continuò:
"Sei arrivato a conoscere la causa che ha dato origine alla tua follia, mi disse allora Davide, quando ebbi ricostruito i miei ricordi. Ora scoprirai, con meraviglia, che la condanna d'Amed non aveva niente a che vedere con te. Devi sapere che da tempo il tuo schiavo prediletto si era perdutamente invaghito di una giovane schiava di nome Nira.

"Tutte le sere, al termine del suo servizio, accorreva da lei di nascosto. Data la tua protezione, aveva il privilegio di potersi muovere indisturbato per tutta la villa, e così poteva incontrare la sua amata senza destare sospetti. Ma Nira era tanto bella quanto perversa. Nutriva una brama smodata per gli oggetti preziosi. Anche se non avrebbe mai potuto indossarli in pubblico, aspirava a rimirarseli addosso di nascosto, per atteggiarsi a principessa. Così impose al povero Amed, come pegno d'amore, di procurarle dei preziosi.

"Con l'angoscia nel cuore egli riuscì a trafugare un bracciale d'oro da un cofanetto di Kabila. La cosa passò inosservata, tanti erano i bracciali che lei possedeva. Ma Nira non era soddisfatta e gli impose di procurarle anche un paio d'orecchini. Questa volta Kabila se n'accorse perché gli orecchini trafugati erano i suoi preferiti.

"Avvertì le guardie che si misero all'erta. Nira tornò alla carica per la terza volta, promettendogli che sarebbe stata l'ultima. Voleva una collana e promise che dopo di essa il suo amore per lui sarebbe stato eterno. Amed era piombato in preda ad un'angoscia fortissima. Era indeciso sul da farsi ed era diventato assente, come svuotato. Fu allora che tu notasti il suo comportamento e lo dicesti al maestro della servitù.

"La stessa sera del tuo richiamo, Amed, lusingato dalla promessa d'amore eterno, ruppe gli indugi e tentò di rubare dai cofanetti di Kabila una collana. Ma fu colto sul fatto. Confessò subito anche gli altri due furti. La sua condanna fu inappellabile e l'indomani fu gettato in pasto ai coccodrilli. Nira fu messa in vendita pochi giorni dopo ad un prezzo stracciato. Fu acquistata da un decrepito vasaio di cui è tuttora concubina e schiava".

"Questo è quanto mi ha detto Davide sulle cause della vera condanna di Amed", continuò Cleone. "Appena rientrato in casa, dopo riacquistato l'uso della mente, mi sono immediatamente recato dal maestro della servitù e lui ha confermato, parola per parola, quanto mi era stato riferito sulla condanna di Amed. Ora, finalmente, sono ridiventato felice e sereno come un tempo. Tutto si è fatto chiaro nella mia mente. È sparita ogni traccia del mio senso di colpa, ho riacquistato la totale stima di me stesso e il mio benessere fisico. Tutto questo lo devo al mio guaritore: a Davide l'ebreo, cui sarò eternamente riconoscente".

E l'abbracciò davanti a tutti, piangendo per la commozione. Ma in realtà tutti i presenti, anche quelli che non volevano credere al miracolo, erano commossi e molti avevano le lacrime agli occhi. Seguì una gran festa che durò fino a notte inoltrata.

sabato 19 marzo 2011

La lobby vaticana piega la Corte europea per i diritti dell'uomo

La grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo, condizionata dalla massiccia pressione della lobby vaticana, guidata dall'Italia, con 5 voti a favore e due contrari, ha ribaltato la sentenza del 3 novembre del 2009 nella quale si condannava l'Italia per la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche in violazione delle norme fondamentali sulla libertà di pensiero, convinzione e religione.

Il procedimento era approdato a Strasburgo il 27 luglio del 2006, quando Sonia Lautsi, cittadina italiana nata finlandese, aveva lamentato la presenza del crocifisso nelle aule della scuola pubblica frequentata dai figli, ritenendo tale presenza un'ingerenza incompatibile con la libertà di pensiero e il diritto ad un'educazione e ad un insegnamento conformi alle convinzioni religiose e filosofiche dei genitori.

Il Governo italiano, su pressione della Chiesa, aveva presentato subito ricorso contro la sentenza ritenendola lesiva della libertà religiosa individuale e collettiva come la riconosce lo Stato italiano. Dei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa l'Italia, sorretta dalla pressione diplomatica vaticana, è riuscita ad ottenere l'appoggio di San Marino, Malta, Lituania, Romania, Bulgaria, Principato di Monaco, Federazione Russa, Cipro, Grecia e Armenia e a far annullare la sentenza.

Grande esultanza nel nostro Paese da parte di quasi tutte le forze politiche, prone al Vaticano e alla Chiesa, per questa sentenza che segna inesorabilmente un netto regresso dell'Europa nel campo delle libertà democratiche e laiche e apre la porta a inevitabili contestazioni future quando altre confessioni religiose esigeranno il riconoscimento dei loro simboli religiosi negli ambienti pubblici.

Grande esultanza soprattutto in Vaticano che vede la sua ingerenza negli organi europei diventare ogni giorni più incisiva e condizionante.

Le religioni del Libro (La “mala” religione)

Un libro, quindi, né rivelato né storico, anzi pieno di contraddizioni, di incongruenze, di esagerazioni mitologiche, di episodi grotteschi, esilaranti e talvolta osceni, ma soprattutto di efferate crudeltà che ci riempiono di orrore, specie quando sono da attribuirsi alla diretta volontà divina.

Nella Bibbia, infatti, sono approvati e ordinati i delitti e le perversioni più efferati: lo sterminio di intere popolazioni (uomini, donne, bambini), ree di essere incirconcise o nemiche di Israele; la distruzione degli altari e delle statue delle altre religioni; le più efferate crudeltà contro i nemici vinti; lo stupro, l'infanticidio, il feticidio, l'incesto, la legittimità della schiavitù, la condanna a morte, la guerra civile e religiosa, la sottomissione della donna, la morale della maledizione, la lapidazione e molti altri delitti.


La Bibbia inoltre consente la poligamia (il leggendario re Salomone aveva un harem con centinaia di mogli e concubine), il concubinaggio con schiave e con prigioniere di guerra, il rapporto sessuale con le prostitute e l'assegnazione ai figli celibi di una schiava «per coito», subito dopo il raggiungimento della pubertà e in attesa del matrimonio. (Ma, d’altra parte, punisce con la morte, mediate lapidazione, ogni rapporto extraconiugale della donna).

Molti dei più efferati crimini, contenuti nella Bibbia, sono ordinati dallo stesso dio biblico Jahvè: un dio collerico, sanguinario, vendicativo, estremamente geloso. Infatti durante la conquista della Terra Promessa, è lui che ordina a Giosuè, successore di Mosè, di attuare i massacri più crudeli contro i nemici e di sterminare, senza pietà: donne, vecchi e bambini.

Nelle frequenti lotte fratricide, inoltre, combattute per motivi dinastici o per dissidi religiosi tra giudei e samaritani, è sempre Jahvè che incita e addirittura ordina le atrocità più efferate e si compiace con gli esecutori degli stermini, colmandoli di lodi e di premi.

Concludendo: la Bibbia è un codice immorale, completo di istruzioni per il genocidio, la riduzione in schiavitù degli incirconcisi e il dominio del mondo. Questo per quanto riguarda l'aspetto religioso-morale che è, indubbiamente, il più importante.

venerdì 18 marzo 2011

“L’apocalittico “grande terremoto del Giappone orientale, che ha devastato il nordest del Paese, è stato un “castigo del cielo”?

Ho accennato più volte al fatto che nelle menti oscurate di molti esponenti religiosi, a qualsiasi credo appartengono, è costante la tematica che tutte le catastrofi naturali e tutti mali della Terra, sono punizioni dell'ira divina per la cattiva condotta degli uomini.

Che lo credessero gli uomini primitivi quando le epidemie, i fenomeni geologici e i cataclismi di vario genere risultavano loro inspiegabili è facilmente comprensibile; ma persistere a crederli al giorno d'oggi che si sono trasformati in evidenze scientifiche e quindi spiegabili razionalmente, appare davvero mostruoso.

Eppure ad ogni catastrofe naturale la cosa si ripete immancabilmente. Finora, però, erano i religiosi occidentali, soprattutto di area cristiana, a dar la colpa dei terremoti ai peccati degli uomini e non ad uno spostamento della placca tettonica; gli asiatici, invece, non erano mai entrati nella questione, avendo forse una visione diversa dalla nostra improntata al giudeo-cristianesimo.

Ma da quanto ha riportato ‘la Repubblica veniamo ora a sapere che un’autorità giapponese, il governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, ha fatto questa dichiarazione incredibile “L’apocalittico “grande terremoto del Giappone orientale”, che ha devastato il nordest del Paese, è stato un “castigo del cielo”.

Perché, secondo lui, “L’identità dei giapponesi è egoista. Usando questo tsunami, per una volta, è necessario lavare l’egoismo. Insomma, io penso che sia un castigo dal cielo”.

Dichiarazione che ricalca pari pari quella dei vari esponenti religiosi occidentali in occasione di qualsiasi catastrofe e che è pur sempre indicativa di come, a qualsiasi latitudine, di fronte a questi sommovimenti della natura, niente valgano le spiegazioni scientifiche e prevalgano le ’spiegazioni’ religiose.

Che scagionano, per così dire, la natura, ma perché essa non fa altro che manifestare la volontà punitiva del ‘cielo’ per far scontare agli uomini i loro peccati. Per cui si dimostra ancora una volta come, di fronte alla fede, non c’è verifica razionale che tenga.

Ciò dimostra quanto è grande l'imbecillità umana e quanto è infima la cultura scientifica della maggior parte dell'umanità, anche in Paesi molto evoluti.

Il pericolo nucleare

Le religioni del Libro (La “mala” religione) 30

Ma il capolavoro di Giosia fu l'aver capito che per mantenere inalterato il monoteismo rigoroso, appena realizzato, occorreva codificarlo in un libro, a perenne testimonianza della sua storicità e della sua inalterabilità.

Così ordinò ai grandi sacerdoti e agli scribi di ricostruire in un libro l'intera storia d'Israele, proiettando retrospettivamente fatti e avvenimenti, in parte accaduti e in parte inventati, in funzione della nuova teologia monoteistica.

Avvenne così la prima stesura della Bibbia, che avrebbe subito ulteriori revisioni durante l'esilio di Babilonia e la restaurazione del post-esilio, per diventare definitiva in epoca ellenistica.

Obbedendo all'ordine di Giosia, sacerdoti e scribi si diedero a raccogliere, per iscritto, le leggende, i racconti eroici e i miti locali che erano stati tramandati oralmente nel corso dei secolo nelle varie tribù, a rielaborarli alla luce della nuova teologia rigidamente monoteistica che si andava affermando, e in taluni casi ad inventarli ex novo.

Così, volendo far credere che il popolo ebraico discendeva da un unico antenato originario di Ur, antica città storicamente e religiosamente importante, posero retrospettivamente Abramo, un autorevole capo-tribù amorreo vissuto molti secoli prima e tramandato dalla sua gente come una leggenda, a capostipite di tutto Israele e a fondatore del monoteismo.

Ma quanto racconta la Bibbia è falso, perché noi sappiamo che il popolo ebreo è sempre stato costituito da un miscuglio di tribù nomadi semite, così diverse tra loro, nonostante una forte comunanza religiosa, che sono riuscite a formare uno Stato unitario solo nel X secolo a.C. e solo per un breve periodo.

Quindi la Bibbia è una grande saga in parte mitica, in parte epica e in parte vagamente storica, fatta di leggende, memorie, tradizioni popolari, mistificazioni profetiche e propaganda teologica.

giovedì 17 marzo 2011

La sentenza Tosti riconferma la pavidità della magistratura italica nei riguardi del concordato

La Corte di Cassazione ha confermato la rimozione dalla magistratura del giudice Luigi Tosti per aver rifiutato il crocifisso nell'aula del tribunale in cui espletava la funzione giurisdizionale rivendicando la necessaria laicità e neutralità degli spazi in cui si amministra la giustizia nel nostro Paese.

Un provvedimento gravissimo dal punto di vista del diritto in quanto sancisce il privilegio di un simbolo religioso, il crocifisso appunto, nei confronti di qualsiasi altro simbolo religioso.

In Italia la presenza dei crocefissi nei tribunali non ha alcuna legittimazione normativa perché è frutto non della storia né della tradizione del nostro Paese, ma della nefasta alleanza clericofascista che portò ai patti Lateranensi dell’11 febbraio del 1929.

Si tratta quindi dell’invenzione di una tradizione e dell’intervento fascista nelle libertà civili e nei simboli adducendo come pretesto un ossimoro che se non fosse indecente potremmo definire ridicolo: la croce sarebbe un simbolo laico.

Luigi Tosti è stato rimosso dalla magistratura per aver llottato per un principio fondamentale, quello della laicità dello Stato, ribadita dal parere della stessa Corte Costituzionale 203 del 1989 sulla laicità definita “garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà religiosa in regime di pluralismo confessionale e culturale”,  che sottolineava anche che “il principio supremo della laicità dello Stato è uno dei profili della forma stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica”.

Il provvedimento è avvenuto alla vigilia di quel 17 marzo che ricorda i 150 anni dell’unità d’Italia, costruita attraverso l’uscita di scena del potere temporale della Chiesa cattolica e dello Stato pontificio. Dopo 150 anni i giudici della Cassazione sembrano inchinarsi davanti alle insegne del Papa Re.

Un brutto segno per ricordare l’Unità. La sentenza ha trovato consenzienti tutti i teocon e l'intera casta politica italiana sempre prona al Vaticano e la disapprovazione di tutti i veri laici italiani che assistono inorriditi all'inarrestabile deriva clericale del nostro Paese.

Luigi Tosti ha annunciato che contro la sentenza della Corte di Cassazione ricorrerà alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.

Luigi Tosti

Il monoteismo (La “mala” religione) 29

Quando le schiere dell'Esodo giunsero nell'attuale Palestina, trovarono altre tribù semitiche della stessa etnia che vagavano nomadi nel territorio e che adoravano le divinità cananee.

Con un processo lungo e faticoso di assimilazione riuscirono, a poco a poco, a convincerle ad accettare il Patto dell'Alleanza stipulato da Mosè, e insieme procedere alla faticosa conquista della Terra Promessa.

Nel X secolo, con Saul prima e David e Salomone poi, il popolo ebraico, chiamato anche Israele, raggiunse finalmente l'unità nazionale e una relativa potenza politica. Per poco però, perché alla morte di Salomone, cadde vittima di lotte intestine che lo divisero per sempre in due Stati contrapposti.

Uno di questi, il regno di Giuda, corrispondente all'attuale Giudea, si mantenne, con alterne vicende, fedele al dio unico Jahvè. Sarà infatti Giosia, il suo penultimo sovrano, osannato come il re più virtuoso della storia di Giuda, che nel VII secolo a.C. e alla vigilia della schiavitù di Babilonia, promuoverà a Gerusalemme la più profonda e radicale riforma religiosa della storia di Israele, e determinerà la nascita del moderno monoteismo rigoroso e della Bibbia.

La prima cosa che re Giosia attuò con feroce determinazione fu la radicale epurazione di tutti i culti pagani e sincretici, che erano stati tollerati fino ad allora a Gerusalemme e in tutto il territorio del regno. Fece bruciare, nella valle di Kindron, i loro altari, arredi, immagini e insegne.

Quindi restaurò, secondo i canoni dell’antica purezza cultuale, l'intera liturgia israelitica, soprattutto quella della festa della pasqua, che ricordava l'Esodo dall'Egitto. Poi, con solenni cerimonie nel Tempio, rinnovò a Jahvè l'antico patto stipulato da Mosè sul monte Sinai, incentrandolo nel segno dell'elezione e dell'Alleanza.

L'elezione venne intesa in senso religioso, ma anche marcatamente nazionalista nei confronti degli altri popoli: Israele non soltanto era il popolo eletto di dio, ma l'unico tra tutti i popoli della Terra a godere di tale privilegio divino.

L'Alleanza s'identificò con un codice legislativo di circa 600 regole, completamente riscritte e ampliate, ma rese assolutamente coercitive, in quanto prevedeva pene anche severe per i trasgressori.

Il monoteismo diventò rigoroso e Javhè, che fino ad allora era stato considerato un dio geloso, crudele e sanguinario, si rivestì di bontà e misericordia e si trasformò in un dio-Signore.

mercoledì 16 marzo 2011

Negli Usa sta nascendo la black list dei preti pedofili.

Sono scappati appena in tempo, prima che scoppiasse il bubbone pedofilia e sono usciti dalla Chiesa senza alcun danno molti sacerdoti colpevoli di plurireati sessuali a danno di minori e tutto ormai per essi è in prescrizione.

Ce l’hanno fatta a scampare sia al braccio secolare che al braccio ecclesiastico, infilandosi nelle maglie del sistema e l’hanno fatta franca. Ma il fatto che circolano impuniti per il Paese e che sono riusciti a nascondere il loro torbido passato sta allarmando l'opinione pubblica al punto che i network delle vittime e alcune indagini private stanno componendo praticamente una lista di proscrizione dei violentatori a volto coperto.

Troppo distanti i loro crimini per essere perseguiti dalla legge degli Stati Uniti ma i loro volti, le loro facce e le loro azioni sono noti: ed è per questo che le vittime stanno facendo di tutto per organizzarsi in proprio: raccogliere informazioni e notizie e mettere in piedi un vero e proprio dossier.

Gli avvocati per le vittime degli abusi stanno lavorando con investigatori privati da ottobre per compilare la lista delle accuse a ben 233 religiosi colpevoli . Poi con le liste in mano sperano di persuadere il giudice a raccomandare il rilascio di tutti i documenti in possesso dell'archidiocesi della California che dimostrino se le autorità ecclesiastiche sapevano, e se sapevano quanto e come hanno coperto gli addebiti.

Perché se è vero che la Chiesa cerca il perdono del mondo, l’onestà è la prima cosa, e la trasparenza un dovere necessario. Se il giudice sarà convinto dalle prove raccolte dalle vittime, potrebbe ordinare perquisizioni all’interno degli uffici della Chiesa americana, per sequestrare tutti gli atti rilevanti per i casi lamentati dalle vittime.

L’avvocato Raymond Boucher afferma: “Molti di questi sacerdoti sarebbero in prigione ma per il fatto che l’Arcidiocesi essenzialmente ha creato un’immunità per loro, nascondendoli e mantenendo il segreto sono ancora liberi. E’ essenziale che questi documenti emergano perché sappiamo una cosa: non c’è cura per i pedofili, preti o meno.

E molti di questi soggetti vivono mimetizzati entro un miglio da scuole, centri sociali e di aggregazioni, parchi e sono una bomba a tempo pronta ad esplodere.” Ma la Chiesa nicchia e si appiglia a mille pretesti per non collaborare.

Intanto lo scandalo pedofilia dilaga sempre di più. L'arcidiocesi di Filadelfia, dopo che un grand giurì aveva trovato in febbraio 37 preti accusati di condotta impropria verso i minorenni ancora impegnati nei loro incarichi pastorali, ne ha sospeso 21. L'arcidiocesi, però, non ha identificato i preti sospesi dai loro incarichi. L'omertà imposta dal Vaticano sussiste tuttora.

Raymond Boucher

Il monoteismo (La “mala” religione) 28

Con l'imposizione di queste tre verità da lui inventate, Mosè creò il monoteismo e pose le premesse per unificare le eterogenee tribù semite e avviarle a diventare un popolo e una nazione.

Ma l'adattamento al monoteismo da parte di quell'accozzaglia di semiti idolatri fu lento, faticoso, con frequenti ricadute nell'idolatria, e comportò una involuzione profonda rispetto al sublime monoteismo di Akhenaton.

Il dio unico Aton, infatti, era dotato di trascendenza, onnipotenza, bontà infinita ed era libero da tutte quelle passioni terrene e plateali quali: aggressività, gelosia, vendicatività, che di solito gli uomini attribuiscono al dio inventato a loro immagine e somiglianza. Era anche un dio sommamente pacifico, che aborriva la guerra, rifiutava i sacrifici cruenti, amava la serenità dell'esistenza umana, i sentimenti del cuore e il rispetto della natura.

Mosè, rendendosi conto che l'incommensurabile grandezza di questo concetto del divino non poteva essere capita dal suo popolo troppo rozzo e incolto, fu costretto a trasformare il dio Sublime "Uno e Tutto" di Akhenaton in un basso dio teistico, personale e nazionale, per non dire tribale, e farne l'oggetto di fede cieca e d'obbedienza assoluta.

Del dio dei misteri, del dio filosofico di Akhenaton poté salvare soltanto il concetto d'unità. Il nuovo dio, per di più, poco dopo la morte di Mosè, subì una ulteriore radicale involuzione, quando gli ebrei, giunti nella zona di Moab, si lasciarono sedurre dal culto pagano di un nume vulcanico, primordiale e sanguinario, chiamata Jahvè.

In pratica, sostituirono il monoteismo d'origine egiziana, mai del tutto assimilato, con quello di quel nume tutelare, che sarà il protagonista degli episodi più crudeli e obbrobriosi narrati dalla Bibbia.

Questo dio primitivo fu adorato assieme ad altre divinità pagane per molti secoli dagli israeliti e soltanto con la riforma di Giosia, nel settimo secolo a.C., si trasformò nel dio unico d'Israele e acquisì anche la figura di un dio-Signore buono e misericordioso.

martedì 15 marzo 2011

Benedetto XVI, pubblica il suo secondo libro dedicato a Gesù di Nazaret.

E’ stato presentato in questi giorni il nuovo libro di Benedetto XVI, il secondo dedicato a Gesù di Nazaret. Stando alle anticipazioni pubblicate sulla stampa, Joseph Ratzinger in questo libro, tra le altre cose, seguendo il Concilio Vaticano II del 1965 ,ribadisce di ritirare ufficialmente l’accusa collettiva di «deicidio» nei confronti del popolo ebraico, espressa chiaramente nei quattro Vangeli canonici.

Il vero gruppo degli accusatori di Gesù furono, secondo lui, i circoli contemporanei del Tempio e, nel contesto dell’amnistia pasquale, si associò ad essi la ‘massa’ dei sostenitori di Barabba’. Ciò non toglie che quest'infame accusa, sempre sostenuta dalla Chiesa in passato fin dal secondo secolo, ha procurato ai figli di Israele milioni di vittime.

Nessun cenno però al fatto da lui voluto di ripristinare nelle preghiere l'invocazione a Dio per la conversione dei giudei (pro perfidis iudaeis) che era stata tolto in precedenza.

Ma la cosa che ha colpito molti è che il fine teologo e indiscusso capo del cattolicesimo in questo libro corregge e smentisce se stesso nel giro di neanche un anno affermando di considerare “una reliquia” l'autentica mistificazione per allocchi conosciuta come la Sacra Sindone.

Nel corso del 2010, anno della sua ostensione (o meglio ostentazione) a Torino, aveva smorzato le polemiche tra scettici e sindonologi definendola più volte un’icona. Ma questa icona diventa ora, a chiare lettere, «una reliquia» compatibile con le descrizioni dei Vangeli.

O il vecchio Joseph è improvvisamente regredito a prima del medioevo, oppure usa parole a casaccio ignorandone il significato. Perché che la Sindone fosse una bufala lo sapeva già il vescovo di Troyes, Henri de Poitiers, a metà del Trecento.

Paolo Flores D’Arcais scriveva nel numero n. 4/2010 di MicroMega: “Per chi usa la ragione, non c’è più niente da discutere sulla “autenticità” del lenzuolo. Troppe, veramente troppe, le evidenze che  testimoniano come sia uno dei tanti prodotti dell’industria delle reliquie religiose medioevali.

"La lettura attenta dei vangeli, le informazioni sulle sepolture ebraiche, l’analisi del tessuto e della sua lavorazione, il fatto che l’impronta del viso di un uomo su un lenzuolo che lo avvolge deve avere una larghezza doppia di quella della sindone (effetto della maschera di Agamennone) e dulcis in fundo, la regina delle prove: la datazione con il radiocarbonio che attesta inequivocabilmente il lenzuolo come risalente al periodo medioevale tra la metà del Duecento e la metà del Trecento. Prova scientifica di cui ogni tentativo di confutazione è stato pateticamente smentito”.

Una cosa così lapalissiana, a disposizione di tutti coloro che vogliono informarsi. ridotta da questo papa ad una ridicolaggine per creduloni, basata su  miracoli, feticci e simbologie infantili.

Il monoteismo (La “mala” religione) 27

Il problema fondamentale che Mosè dovette affrontare quando diede inizio all'Esodo fu: come trasmettere ad una popolazione rozza, incolta e idolatra il nuovo concetto di un dio unico?

Come trasformare quell'accozzaglia informe di semiti, abbruttiti dalla schiavitù, in un popolo unito che mantenesse incontaminato e rigoroso il nuovo culto monoteistico?

Lo scaltro Mosè, che in qualità di grande sacerdote aveva seguito la scuola degli alti misteri egizi, ricorrendo a trucchi magici e ad una disciplina ferrea e a volte crudele, nei lunghi anni trascorsi nel deserto riuscì a inculcare nel popolo da lui adottato tre verità di fede che diventarono il fondamento teologico della religione ebraica.

La prima, che la nuova religione gli era stata rivelata direttamente da dio durante un incontro ravvicinato ed esclusivo (senza testimoni) sul monte Sinai, della durata di quaranta giorni.

La seconda, che durante quell'incontro esclusivo sulla montagna sacra, egli aveva ricevuto da dio la Legge per il suo popolo e aveva stipulato con lui il Patto dell'Alleanza; un patto indissolubile e vincolante che impegnava gli ebrei ad una assoluta fedeltà al loro nuovo e unico dio e alla sua Legge.

La terza, che in premio del Patto dell'Alleanza e dell'osservanza della Legge gli ebrei diventavano il popolo eletto, il popolo esclusivo di dio, e ricevevano, come ricompensa, il possesso perenne della Terra di Canaan.

lunedì 14 marzo 2011

Sempre in auge in Italia le madonne-patacca

Ci risiamo. A San Quirico d'Orcia, in quel di Siena, sembra ripetersi il fenomeno della Madonna lacrimante sangue come a Civitavecchia qualche anno fa.

Solo che a Civitavecchia il sangue colato dagli occhi della statua della madonna risultò essere, alle prime analisi, sangue maschile e a seguito della denuncia del Codacons, il proprietario della statua si rifiutò di sottoporsi all’esame del dna per un confronto. Ciò non impedì la pronta costruzione di un santuario con ricco seguito di pellegrinaggi e business annessi e connessi.

Basterebbe poco per capire se si tratta di uno scherzo dubbio gusto ai danni di credenti e creduloni. Invece di gridare al miracolo basterebbe che il vescovo richiedesse un esame attento dell'oggetto che lacrima.

L'Uaar di Siena ha chiesto, infatti, che vengano effettuate delle analisi di laboratorio da un istituto indipendente. Se poi si verificherà che il sangue è ancora di sesso maschile, come è successo, vuol dire che la Madonna ha cambiato sesso.

Intanto Mirjana Dragicevic Soldo, una dei sei veggenti di Medjugorje ci ha spiegato perché le madonne piangono così spesso. Non, come pensiamo noi, a causa di tutte le calamità che affliggono il mondo (e che la Madonna, se fosse vera, potrebbe benissimo risparmiarci) come: guerre, devastazioni, stermini, fame ed epidemie e così via.

No, noo. Queste sono bazzecole. Ci sono cose molto, ma molto più gravi. La Madonna, nell'ultima apparizione le ha rivelato, che è molto preoccupata per i non credenti e l'ha vista spargere molte lacrime per colpa loro.

È questa la grande calamità che affligge il mondo. Siamo noi atei la rovina dell'umanità perché non crediamo alle favole. Purtroppo alla dabbenaggine umana non c'è mai limite.

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

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Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)