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venerdì 14 dicembre 2012

I paesi cattolici sono invariabilmente più corrotti di quelli protestanti.


Un’agenzia internazionale che si occupa di lotta alla corruzione, la Transparency International, ha pubblicato giorni fa il suo ultimo rapporto annuale nel quale l’Italia scende di tre posizioni nella classifica dei Paesi meno corrotti del mondo e si assesta al 72esimo posto, assieme a molti Paesi arabi. Quindi la nostra Italietta, assieme alla Grecia, è il Paese più corrotto d'Europa e la sua corruzione è in continuo aumento. Dal rapporto della T.I. emerge con chiarezza che i Paesi storicamente cattolici sono invariabilmente più corrotti di quelli storicamente protestanti: l’America del Sud è (molto) più corrotta dell’America del Nord; e Italia, Portogallo, Spagna, Austria, Irlanda e Francia (rispettivamente n. 72, 33, 30, 25, 25 e 22) sono più corrotte di Olanda, Norvegia, Svizzera, Svezia, Finlandia e Danimarca (rispettivamente n. 9, 7, 6, 4, 2 e 1).

Ma confrontando Paesi simili per storia e lingua si nota anche che quelli di tradizione fortemente cattolica sono sistematicamente più corrotti dei Paesi a tradizione mista: l'Austria (tutta cattolica) è più corrotta della Germania (protestante e cattolica), il Belgio è più corrotto dell’Olanda, l’ Irlanda è più corrotta del Regno Unito, la Spagna della Francia. Come mai? Il fenomeno è antico perché illustri studiosi (tra cui Max Weber e Lawrence Harrison) hanno dimostrato un paio di secoli fa che il cattolicesimo genera economie più deboli, e il protestantesimo economie più forti perché le tradizioni protestanti sono associate a bassa corruzione e alta crescita economica, le tradizioni cattoliche sono associate ad alta corruzione e bassa crescita economica. La spiegazione di questa differenza nei livelli di corruzione è legata a forti differenze di mentalità tra i due cristianesimi.  

Molto più aperti i Paesi protestanti, molto più chiusi e arretrati quelli cattolici. Ad esempio i paesi protestanti sono stati i primi a offrire l’istruzione primaria gratuita a tutta la popolazione, e questo per un motivo teologico: perché il contatto diretto con le sacre scritture, senza intermediari umani, era l’unico modo per il fedele di entrare in contatto con Dio. Per contro la Chiesa Cattolica, che considerava dannosa la conoscenza dei testi sacri da parte dei fedeli e sosteneva la necessità dell'intermediazione del clero, si è sempre opposta alla diffusione dell’istruzione. Non dimentichiamo che tutti i papi dell'ottocento hanno contrastata duramente la scuola d'obbligo. Il famigerato Pio IX arrivò a dichiarare che l’”istruzzione” (con due zeta) obbligatoria rappresentava un “autentico flagello”. Questo spiega anche perché oggi, a differenza delle Chiese protestanti europee, la Chiesa Cattolica si oppone con forza ad altre forme di autonomia decisionale dell’individuo come eutanasia, testamento biologico, aborto e contraccezione, invitando il fedele a considerare nascita, morte e genitorialità un esclusivo diritto di controllo clericale.

L’atteggiamento delle Chiese protestanti invece (almeno quelle europee) è completamente diverso. In certi casi i protestanti (vedi i Valdesi in Italia) sono più moderni dello Stato in tema di diritti civili. Ma forse a determinare la corruzione nei Paesi cattolici è anche il fatto che il cattolico disonesto, per quanto insista nella sua disonestà, trova sempre un prete disponibile a dagli l'assoluzione a patto che biascichi qualche preghiera. Il protestante non ha questa scappatoia e nessuno giustifica la sua disonestà.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)