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venerdì 21 dicembre 2012

Per papa Ratzinger tutti i mali del mondo sono riconducibili agli atei e agli omosessuali.


Bisogna riconoscere che questo papa ,che si attribuisce la qualifica di filosofo, storico e sommo teologo, ogni qual volta apre la bocca mostra una straordinaria capacità di brutalizzare la dottrina cristiana, rendendola rozza e quasi volgare. Ciò dipende, forse, dal fatto che deve pagare lo scotto al suo tentativo conservatore di negare il concilio Vaticano II e riattivare una sorta di medioevo della fede ignorando l'evoluzione culturale e civile e la nuova realtà umana che si sono sviluppate e badando solo al dogmatismo più becero e oscurantista.
I mantra costantemente presenti in quasi tutte le sue omelie, ripetute come in un disco rotto, accusavano da sempre gli atei (colpevoli solo di voler pensare con la propria testa) di essere i responsabili di tutti misfatti che accadono sulla Terra. Ma l'altro ieri agli odiatissimi atei Herr Ratzinger ha aggiunto come distruttori di pace e nemici dell'umanità i gay definendoli nel suo messaggio per la Gionata mondiale per la Pace: “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Quindi sono i gay che vendono armi e sparano, si fanno la guerra, fanno le guerre in conto proprio ed in conto terzi e la giustizia non è più quella che dovrebbe essere perché c’è qualche gay che la “ferisce” (come, riscrivendo le sentenze o accusando gli innocenti?).

Siamo alla follia pura ma non nuova se si pensa che nel 1992, l’allora cardinale Ratzinger, scriveva che l’omosessualità è un «disordine morale» che sta «minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone». Di fronte ad un messaggio così apertamente discriminatorio pronunciato da un capo religioso che è anche capo di Stato, ci si aspetterebbero da parte degli altri capi di Stato europei (ma non dall'Italia, colonia vaticana) delle vibrate proteste per la sua furia omofoba. Dobbiamo infatti tener presente che nelle ultime settimane il Parlamento europeo si è occupato delle discriminazioni contro l’omosessualità producendo un testo nel quale si «deplora profondamente il fatto che l’omosessualità rimanga un reato in 78 Stati, in cinque dei quali è punita con la pena di morte”, e sostenendo che i diritti degli omosessuali saranno maggiormente tutelati se vengono approvati leggi come le unioni registrate o il matrimonio. Ma Ratzinger, replicando che questi istituti sono «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace», ha apertamente sconfessato l'Europa.

Sarebbe fin troppo facile rilevare che le sue parole sono apertamente sconfessate dalla realtà dei fatti. Negli Stati in cui esiste questo istituto (Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Portogallo, Canada, Sudafrica, Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Argentina e in nove Stati USA) non sembra che ci sia qualche “guerra”, mentre la stessa cosa non si può dire per quei settantotto Paesi (principalmente dell’Africa e del Medio Oriente) in cui l’ omosessualità è un reato. Ma tant'è: oltre i politici italiani anche quelli europei da autentici pecoroni non hanno reagito alle antievangeliche dichiarazioni papali. Intanto la Chiesa non solo si oppone ai matrimoni o alle unioni civili per le coppie dello stesso sesso ma vede con favore gli Stati che concretizzano la dottrina cattolica prevedendo pene per gli omosessuali: non a caso il Vaticano si è opposto nel 2008 alla depenalizzazione universale dell’omosessualità proposta dall’Onu.

In questa frattura è chiaro che non si può avere una posizione ambigua e chi si oppone alla criminalizzazione dell’omosessualità deve essere consapevole che la strada maestra è opporsi alla Chiesa e attuare l’introduzione del matrimonio o delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso: insomma o con l’Europa dei diritti civili o con il Vaticano che benedice gli assassini dei gay come l’omofoba cattolica Kadaga che si propone di introdurre per essi la pena di morte in Uganda.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)