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domenica 30 dicembre 2012

Il falso Jahvè. Il monoteismo biblico e quello cristiano. 200


Il Dio cristiano, elaborato dalla Chiesa, non entra nelle vicende terrene con premi o punizioni ma interviene solo dopo la morte dell'individuo per giudicare il suo operato. In caso positivo, lo premia col paradiso; in caso negativo con le pene eterne dell'inferno. Il castigo dell'inferno non ammette redenzione ed è la forma più spietata di punizione divina. Talmente spietata che per molti è ritenuta "un assurdo morale" e rappresenta la negazione di Dio stesso in quanto gli attribuisce sentimenti di odio e di vendetta, assolutamente inammissibili in un Essere Supremo, considerato sommamente giusto e misericordioso e che sempre ama, perdona e riconcilia.

Un Dio giudice inappellabile nega quindi categoricamente che “Dio sia un Padre infinitamente buono e misericordioso" come predicano i Vangeli e contrasta col Gesù evangelico che invitava i suoi discepoli a perdonare sempre, settanta volte sette. La pena eterna dell'inferno, non avendo un vero fondamento biblico e nemmeno evangelico, è quindi considerata da molti il supremo ricatto inventato della Chiesa per dominare le coscienze dei fedeli e imporre col terrore la succube osservanza alla sua dottrina.

3) Jahvè non pretendeva che il suo popolo propagasse al restante genere umano il suo culto. Anzi lo vietava espressamente in quanto proibiva i contatti degli israeliti con le altre popolazioni e soprattutto i matrimoni misti. Si apparteneva al popolo eletto solo per elezione, non per conversione. In altre parole: ebrei si nasceva, non si diventava con un atto di fede. Il proselitismo quindi veniva escluso. Esattamente l'opposto di quanto ha esigito il Dio cristiano. Il cristianesimo ritenendosi depositario della verità assoluta, rivelata, eterna e immutabile, ma soprattutto unica ed esclusiva, fin dal suo apparire non ha accettato di convivere con altre verità diverse dalla sua, che avrebbero potuto metterla a rischio di contaminazione.

Perciò, l'obbligo categorico del cristianesimo di imporsi a tutto il genere umano, anche all'ebraismo da cui derivava. Se con le buone, bene; altrimenti con ogni altro mezzo. Ecco quindi le crociate e l'evangelizzazione coatta, perpetrata con torture, stragi e genocidi. Quanti fiumi di sangue, quanti fiumi di lacrime in nome del Dio, chiamato eufemisticamente dagli aguzzini che infierivano nel suo nome: "Padre amoroso e misericordioso"!

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)