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domenica 23 dicembre 2012

In nomine Domini 44


Il diacono Ascanio, sebbene non avesse quasi dormito durante la notte appena trascorsa e si sentisse un po' stanco, decise di ritornare in Laterano per completare la sua opera, prima che la notizia della morte del papa venisse divulgata. Era ancora presto e le vie della città erano quasi deserte. Cassio, che aveva passato la notte insonne e agitatissima, lo aspettava con ansia. Fece subito vedere il cadavere del papa rivestito dei paramenti pontificali e ricomposto in modo da sembrare che la sua morte fosse avvenuta in modo naturale. La tiara copriva completamente le ecchimosi della caduta e il viso sembrava disteso e quasi sorridente.
"Lavoro eccellente", disse al fedele servitore che non riusciva a frenare le continue lacrime. "Ora, prima di divulgare la notizia della morte del papa dobbiamo far fronte ad altre importanti incombenze", concluse Ascanio.
"Cosa dobbiamo fare ancora?", chiese Cassio preoccupato e ansioso.
"Per cominciare dobbiamo restituire subito ai loro genitori le favorite dell'harem papale. Non possono rimanere in questo palazzo che fra poco diverrà la sede del nuovo papa. La loro presenza provocherebbe uno scandalo. Poi dobbiamo mandare a chiamare il cardinale prete Giacomo, ex collaboratore di Alberico e uomo integerrimo, perché prenda in mano la situazione fino all'arrivo dell'imperatore e l'elezione del nuovo papa. Non c'è nessun altro che possa farlo, sia per la carica che riveste, sia per l'austerità della persona. Devi mandare una carrozza a prenderlo perché penso non riesca più a cavalcare, data la sua età e la sua malferma salute. Infine, ed è la cosa più importante, dobbiamo sentire se il capo delle milizie ha messo sotto controllo le più faziose famiglie dei nobili per impedire loro, appena conosceranno la morte del papa, di eleggerne immediatamente uno a loro favore, infischiandosene dell'imperatore, ormai alle porte, e procurando immani sciagure alla città".
"Provvederò subito alle prime due incombenze", fece Cassio quasi con sollievo. Occuparsi di qualcosa lo distraeva un po' dal suo dolore. "Per quanto riguarda il capo delle milizie è qui a palazzo e te lo mando subito".
Ascanio fu tranquillizzato. Tutta la città era sotto controllo; le guardie ben addestrate fin dal tempo di Alberico, erano state dislocate in tutti i punti strategici e dovevano impedire con ogni mezzo che i nobili uscissero con le loro bande a scorrazzare per la città. Fino all'arrivo dell'imperatore non avrebbero tollerato il minimo incidente.
"Appena il cardinale prete Giacomo avrà preso possesso del palazzo", concluse con un sospiro di sollievo Ascanio, "potremo annunciare alla città la morte del papa".
"E tu cosa farai?", chiese perplesso Cassio.
"Mentre le campane di tutta Roma suoneranno a morto e la città, incredula e sbigottita, sarà messa a conoscenza del grave lutto, io mi recherò nel vicino cenobio a compiere l'ultimo mio dovere in nomine Domini. Poi mi ritirerò nel mio orto sull'Aventino e non ne uscirò mai più. Mi dedicherò soltanto alla preparazione del mio gran giorno, che sento ormai vicino".

Fu verso mezzogiorno che le più importanti basiliche di Roma, quasi all'unisono, cominciarono a suonare a morto, imitate subito dopo dalle altre chiese. In breve tutta la gente scese in strada, sbigottita, chiedendosi cosa era accaduto al papa, perché era chiaro a tutti che quel lugubre scampanio ne annunciava la morte. La voce che attribuiva il decesso per apoplessia si diffuse rapidamente ma molti, conoscendo la vita sregolata del giovane papa, non la credettero. Pensarono invece ad un qualche incidente di caccia o a un qualche scontro cruento. La plebe non si adombrò più di tanto perché sperava che il nuovo papa, per festeggiare la sua elezione, avrebbe distribuito gratis, com'era consuetudine, vino e frumento.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)