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martedì 11 dicembre 2012

Papa Ratzinger ha gettato la maschera: il Cortile dei gentili vuol solo evangelizzare gli atei.


Quando monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, nel marzo 2010 annunciò la creazione di una fondazione nel suo dicastero, aperta agli atei, chiamata “Il Cortile dei gentili”,aveva dichiarato che il suo scopo sarebbe stato di di avviare un “dia­logo” con i non cre­denti ed “aiu­tare tutti ad uscire da una con­ce­zione povera del cre­dere e per far capire che la teo­lo­gia ha dignità scien­ti­fica e sta­tuto epi­ste­mo­lo­gico”.
Ma il presidente della Federazione umanista europea David Pollock pose subito dei paletti dicendo che non si sarebbe trovata nessuna associazione atea che ritenesse che la teologia potesse avere dignità scientifica. Per un ateo vale il vecchio aforisma che la teologia è la scienza del nulla, basata sulle favole in quanto la religione è un insieme di credenze infondate, che nessuno è mai riuscito a dimostrare come oggettivamente valide. Parafrasando, l'ateo potrebbe dire che la teologia è una branca dell’ignoranza umana.
Hanno abboccato all'amo, cioè hanno aderito al Cortile dei gentili, solo inter­lo­cu­tori atei accon­di­scen­denti, i cosiddetti atei devoti. Costoro sono intimamente convinti che tutte le religioni sono bufale per gli allocchi ma nel contempo ritengono che il popolo bue ha bisogno di qualcosa in cui credere e in cui fondare la sua morale. Quindi danno alla religione una funzione politica e perciò si sentono impegnati a tempo pieno ad assecondare la Chiesa cattolica nella sua campagna oscurantista, oppressiva e nemica di ogni libertà.
Erano soltanto questi atei devoti che la Chiesa voleva agganciare, nella speranza di evangelizzarli. I veri atei, quelli di ferro alla Margherita Hack, assolutamente no. Ma nonostante l'organizzazione di importanti convegni in Italia e all'estero, il Cortile dei gentili non ha sortito alcun effetto e non ha ottenuto alcun risultato in termini di conversioni.
Perciò Benedetto XVI ha chiesto a Ravasi una correzione di rotta. Il messaggio ratzingeriano esclude praticamente ogni dialogo coi gli atei perché contiene, papale papale, affermazioni che suonano come una rivendicazione di superiorità del magistero ecclesiastico nei confronti di qualsiasi pensiero non credente. Si tratta di un “avviso di restauri” e di “indubbia rettifica” per il Cotile dei gentili, di un intervento che modifica l'iniziativa originaria del dialogo per trasformandola in quella di evangelizzazione. 
 Sta il fatto che il numero di atei e di agnostici, nonostante le continue e ingiuriose filippiche papali e le pompose crociate evangelizzatrici, continua a crescere in Italia e nel mondo, e che in Vaticano non sanno che pesci pigliare per frenare l'emorragia di fedeli.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)