Il primo eclatante episodio, che
maggiormente impressionò il Tempio e destò l'attenzione delle
stesse autorità romane, fu l'ingresso messianico di Gesù a
Gerusalemme, acclamato trionfalmente dalla popolazione come figlio di
David e re d'Israele. Avvenne, secondo Giovanni (12,12-15),
poco dopo la resurrezione di Lazzaro, e verosimilmente ebbe come
punto di partenza Betania.
Durante il suo soggiorno a
Gerusalemme Gesù, come abbiamo visto in precedenza, soggiornò
frequentemente in questo piccolo villaggio che distava appena qualche
chilometro dalla città santa, pernottando nella casa di Lazzaro
assieme a Marta e alla Maddalena, sorelle di quest'ultimo. In
quell'ambiente rurale, popolato da gente semplice, Gesù dopo gli
aspri e continui scontri con gli scribi e i farisei sotto i portici
del Tempio, che tanto lo amareggiavano, trascorse ore serene che gli
ricordavano la gioiosa permanenza in Galilea.
Lì,
dove era avvenuta, secondo Giovanni, la resurrezione del discepolo
più amato e forse più vicino al suo ideale messianico, Gesù fu
acclamato festosamente dalla gente del posto, che ben lo conosceva
a causa delle sue frequenti visite nella casa di Lazzaro e della
probabile parentela con lui, e condotto trionfalmente nella vicina
Gerusalemme a cavallo di un asinello. La scena sembra ricalcata da
una profezia di Zaccaria.
"Esulta grandemente….
Gerusalemme!
Ecco,
a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile,
cavalca un asino,
un puledro figlio d'asina (Zaccaria 9, 9).
Secondo Marco, i gerosolimitani lo
accolsero in un tripudio di canti e di rami di palma, al grido:
“Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno
che viene, il
regno
di David, nostro padre. Osanna negli altissimi!” (Marco 11,9-10).
Questa entrata trionfale
nella città santa, intesa come clamorosa
rivendicazione di messianicità regale, era un chiaro
atto di deliberata provocazione
politica e di piena sfida a Roma,
perché inteso a conquistare i favori popolari nell'imminenza
dell'insurrezione messianica.
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