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giovedì 23 febbraio 2012

Il primo grave errore di Gesù: l'entrata trionfale a Gerusalemme (“L'invenzione del cristianesimo”) 46


Il primo eclatante episodio, che maggiormente impressionò il Tempio e destò l'attenzione delle stesse autorità romane, fu l'ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme, acclamato trionfalmente dalla popolazione come figlio di David e re d'Israele. Avvenne, secondo Giovanni (12,12-15), poco dopo la resurrezione di Lazzaro, e verosimilmente ebbe come punto di partenza Betania.

Durante il suo soggiorno a Gerusalemme Gesù, come abbiamo visto in precedenza, soggiornò frequentemente in questo piccolo villaggio che distava appena qualche chilometro dalla città santa, pernottando nella casa di Lazzaro assieme a Marta e alla Maddalena, sorelle di quest'ultimo. In quell'ambiente rurale, popolato da gente semplice, Gesù dopo gli aspri e continui scontri con gli scribi e i farisei sotto i portici del Tempio, che tanto lo amareggiavano, trascorse ore serene che gli ricordavano la gioiosa permanenza in Galilea.

Lì, dove era avvenuta, secondo Giovanni, la resurrezione del discepolo più amato e forse più vicino al suo ideale messianico, Gesù fu acclamato festosamente dalla gente del posto, che ben lo conosceva a causa delle sue frequenti visite nella casa di Lazzaro e della probabile parentela con lui, e condotto trionfalmente nella vicina Gerusalemme a cavallo di un asinello. La scena sembra ricalcata da una profezia di Zaccaria.

"Esulta grandemente…. Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,

umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d'asina (Zaccaria 9, 9).

Secondo Marco, i gerosolimitani lo accolsero in un tripudio di canti e di rami di palma, al grido: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, il regno di David, nostro padre. Osanna negli altissimi!” (Marco 11,9-10).

Questa entrata trionfale nella città santa, intesa come clamorosa rivendicazione di messianicità regale, era un chiaro atto di deliberata provocazione politica e di piena sfida a Roma, perché inteso a conquistare i favori popolari nell'imminenza dell'insurrezione messianica.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)