Visualizzazioni totali

domenica 12 febbraio 2012

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 104


Poco tempo dopo Giuda fu avvertito da Crispino che Dianteo si trovava nel palazzo reale di Petra, come schiavo addetto alle cucine. Ciò lo spinse ad accelerare la copiatura dei testi da consegnare ad Areta IV, per avere l'occasione di recarsi nella sua capitale. Temendo qualche difficoltà per l'acquisto del giovane, ebbe un'idea geniale. Suppose che a corte avrebbero avuto l'esigenza di un copista, ora che stava per nascere la biblioteca di palazzo, perciò se ne procurò uno molto valido da Crispino, che di recente era entrato in possesso di alcuni schiavi molto istruiti provenienti dalla Calcide. Avrebbe scambiato Dianteo col copista.

Non appena tutti i rotoli furono pronti, organizzò il viaggio a Petra con Davide, lo schiavo copista Daiace, e Rufo, che voleva visitare la capitale di Areta IV, ritenuta una città bellissima.

A Petra fu ricevuto con grandi onori dal re e fu presentato alla figlia di costui Ismailia, che gli espresse molta gratitudine per il prezioso carico che aveva portato. La sua idea di condurre con sé un copista risultò vincente. Dianteo, infatti, era diventato un cuoco molto esperto e difficilmente sarebbe stato venduto. Lo scambio col copista riuscì soddisfacente per tutti e così Afro, con sua immensa gioia, poté riabbracciare il figlio che non vedeva da alcuni anni. Insomma fu un successo pieno, sotto tutti i punti di vista.

Ormai Giuda si sentiva perfettamente integrato nella nuova città in cui era venuto a vivere. Aveva una casa splendida, una famiglia che lo adorava, un'attività che lo gratificava al massimo, una crescente considerazione da parte di tutti. Davide, a sua volta, si era adagiato in una vita comoda e tranquilla. Alle volte accompagnava Giuda per le vie della città e seguiva le sue trattative d'affari, ma spesso trascorreva molte ore nel giardino o nella copisteria intento a leggere o a trascrivere rotoli.


Dedicava, come suo solito, alcune ore del giorno alla meditazione, che era diventata per lui come una seconda natura. Stava, però, sempre all'erta per poter cogliere anche la più piccola occasione che gli consentisse di realizzare la missione per cui sentiva di essere nato: dare cioè il suo piccolo contributo alla crescita nel mondo di nuovi valori, imperniati sulla fratellanza e l'uguaglianza di tutti gli esseri umani. Fino ad allora gli sembrava di aver fatto poco o niente in questo senso.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)