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mercoledì 29 febbraio 2012

Preludio dell'insurrezione armata (“L'invenzione del cristianesimo”) 51


L'entrata trionfale a Gerusalemme cavalcando l'animale profetizzato per il Messia, la cacciata dei profanatori del Tempio, la cena dell'unzione a Betania, e soprattutto l'ultima cena, furono gli avvenimenti più significativi degli ultimi giorni della vita di Gesù, che dovevano preludere all'inizio dell'insurrezione armata.

La domanda più ovvia a questo proposito potrebbe essere: com'era possibile che un così sparuto gruppo di ribelli, sia pure appoggiato indirettamente da alcuni importanti capi dei giudei, come erano ritenuti Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea, osasse sfidare la potente guarnigione militare romana, acquartierata nelle Torre Antonia?
Una sfida senza senso ai nostri occhi ed anche per le autorità del Tempio. 

Ma i messianisti, nel loro delirante fanatismo, ragionavano in altro modo. Anzitutto s'aspettavano l'incondizionato appoggio delle masse popolari, sempre pronte a dare ascolto a chiunque si proclamasse Messia e a seguirlo fino al martirio (vedi il caso più clamoroso ricordato in precedenza, quello di Giuda il Galileo crocifisso con duemila seguaci), ma soprattutto erano convinti che Jahvè sarebbe intervenuto con le sue schiere celesti a dar man forte a chi, nel suo nome, lottava per dar vita al nuovo regno di Dio.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)