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venerdì 24 febbraio 2012

Il secondo grave errore di Gesù: la cacciata dei mercanti dal Tempio (“L'invenzione del cristianesimo”) 47


Che l'ingresso a Gerusalemme fosse intriso di implicazioni politiche divenne evidente, quando, pochi giorni dopo, Gesù entrò nel Tempio per scacciarne i mercanti che l'avevano trasformato in una "spelonca di ladroni" (Marco 11,17).

Questo secondo gesto fu un vero atto di guerriglia di stampo zelota, attuato con deliberata violenza etico-politica. L'immagine di Gesù che da solo si avventa tra i mercanti del sacro edificio, fustigandoli e rovesciando i loro banchi, appare inverosimile.

È molto più verosimile che il suo intervento sia stato una vera e propria azione di massa e il mancato pronto intervento dei romani sia stato dovuto al fatto che i dimostranti erano così soverchianti di numero da costringerli ad asserragliarsi nella Torre Antonia, situata in linea d'aria, a pochi metri dal Tempio, senza osare di intervenire.

Questo assalto avvenne obbedendo a due istanze molto sentite dagli esseni: denunciare il degrado in cui era caduta la casa di Dio, ridotta a spelonca di mercanti e di cambiavalute, a mattatoio crudele di vittime innocenti (ricordiamo che durante la celebrazione delle feste pasquali venivano immolati più di ventimila animali in un lezzo nauseabondo di sangue e di incenso e che gli esseni disapprovavano i sacrifici cruenti) e non più a luogo di devozione e di preghiera; combattere il trionfo di Mammona (il dio denaro) che generava cupidigia, avidità, brama di ricchezza, ed era la negazione della vita semplice, umile e povera che predicava l'ascetismo esseno.

Il gesto risuonò come un attacco non solo contro Roma, che doveva garantire l'ordine pubblico, quanto contro la gerarchia templare e tutte le istituzioni religiose d'Israele e suonò sacrilego perfino agli occhi di molti messianisti.


Infatti, quel mercato non rappresentava per gli ebrei dell'epoca alcunché di empio in quanto era considerato il centro della vita economica della città e indispensabile al funzionamento del Tempio. Era protetto da guardie, sia giudee sia romane, armate pesantemente e la stessa guarnigione romana era situata nella Torre Antonia, che lambiva il quadrato di mura che circondava il sacro edificio.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)