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martedì 7 febbraio 2012

L’Italia deve correggere lo spread negativo non solo sui titoli di Stato ma anche sui diritti civili.


Il dibattito pubblico che attualmente investe il nostro Paese è monopolizzato dalla crisi economica, dai problemi politici e sociali che essa produce e su come affrontarli. L’insicurezza del domani domina in tantissime persone e tante famiglie. Il governo “tecnico” di Monti nell'affrontare questa dura realtà sembra volutamente ignorare altre questioni che pure attraversano la società, le famiglie e le persone e la cui soluzione è spesso a costo zero.

Mi riferisco ai diritti civili. Un governo liberale, come quello oggi presieduto da Monti non può più chiudere gli occhi sulle troppe libertà che finora sono state negate agli italiani su pressione vaticana dal governo illiberale e devastante di Berlusconi-Bossi in cambio di un immorale appoggio elettorale e di un più che immorale perdonismo sulla condotta poco edificante del premier e della sua cricca.

È impressionante il confronto tra ciò che sui diritti civili si verifica in Italia e la realtà che vivono tutte le nazioni europee. È il caso, innanzitutto, della fecondazione eterologa, quella con un donatore esterno alla coppia. Permessa in Francia, Belgio, Danimarca, Spagna. Regno Unito, Grecia, Svizzera, Norvegia e in molti altri Paesi del mondo, ma proibita alle nostre latitudini dalla legge n. 40, con la conseguenza che il turismo riproduttivo muove parecchie migliaia di coppie l’anno. Il disagio fisico e psichico, ma soprattutto economico, delle coppie costrette a recarsi all'estero per ottenere questa fecondazione è notevole e può essere sostenuto solo da famiglia benestanti.

In secondo luogo c'è il problema urgente dell'approvazione del testamento biologico. In quasi tutti gli Stati europei dell'Occidente la legge consente il rifiuto delle cure, e soprattutto dell'accanimento terapeutico, attraverso una dichiarazione anticipata di trattamento. In Italia, su fortissima pressione vaticana, si vuol negare questo fondamentale diritto previsto dalla nostra Costituzione, e impedire al cittadino l'autodeterminazione.

Poi ci sono i Pacs, riconosciuti in tutta Europa come forma di registrazione pubblica delle coppie non sposate. In Italia, per la Chiesa, si rischia la scomunica solo a nominarli. E le coppie interessate raggiungono quasi il milione. Una discriminazione colossale impostaci da Oltretevere. Per non parlare del divorzio che nel nostro Paese impone tempi biblici e spese ingenti, non sostenibili dalla gente comune, quando all'estero può essere definito in pochi mesi e con modica spesa. Il divorzio da noi è un diritto per ricchi.

Infatti in Italia si sfascia un matrimonio su tre, però le separazioni surclassano i divorzi: troppo costoso sottoporsi a un interminabile giro d’avvocati. Ma è un lusso anche la separazione, sicché diventa obbligatorio vivere da separati in casa o costituire un coppia di fatto. Per carità di patria non entro nel merito del matrimonio tra omosessuali sennò arrischio oltre che la scomunica l'arrivo di un esorcista.

C'è qualche speranza che Monti si occupi dello spread che riguarda i conflitti etici anche se ciò può dispiacere al Vaticano? O l'Italia è condannata irrimediabilmente a retrocedere sempre più nel medioevo?


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)