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domenica 12 febbraio 2012

Peccato e redenzione. Il cristianesimo delle origini. 46


Gesù rimase sempre un ebreo assolutamente ligio alla Legge, che intendeva integrare con l’aggiunta dell’ascetismo esseno, e non annunciò mai l’intenzione di fondare una nuova religione, né mai si proclamò figlio di dio, consustanziale al Padre (se lo avesse fatto, sarebbe stato immediatamente lapidato a furor di popolo). Non disse mai di essere nato da una vergine, non battezzò mai nessuno e non istituì alcun sacramento.

Durante il suo vagabondare nei villaggi e nelle campagne della Galilea fu costantemente seguito da un piccolo gruppo di fedelissimi, chiamati apostoli, che appartenevano alla cerchia degli zeloti, perché erano chiamati col nome di battaglia “Boanerghes”, cioè “figli del tuono” (Marco 3,17).

R.H. Eisenman ( Maccabees. Zodokites, Cristians and Qumran, Penguin Books, London, 1983), direttore dell'Istituto per lo studio delle origini giudeo-cristiane alla California State University, conferma che tutti gli apostoli erano zeloti, cioè partigiani antiromani, considerati allora alla stregua odierna dei terroristi, e che Gesù si considerava un Messia che aspirava alla liberazione politica di Israele.

Gli studi di Eisenman, confermati da altri storici, gettano una luce inquietante sui discepoli di Gesù, vero covo di accesi messianisti e non di persone dedite alla non-violenza, alla fratellanza e alla salvezza spirituale dell’umanità.

Il filosofo greco Celso nel suo “Discorso Veritiero” scritto nel 180 d.C., distrutto dalla Chiesa ma riportato in parte da Origene (Contra Celsum), afferma senza mezzi termini: “Colui al quale avete dato il nome di Gesù era in realtà un capo brigante”.

Quindi si intuisce facilmente perché Gesù e il suo movimento fossero considerati una minaccia dai romani e dai giudei moderati e reazionari e perché costoro abbiano collaborato con Pilato per la sua condanna a morte.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)